Hendrick Frans Van Lint, Studio (1683 circa - 1763)

細節
Hendrick Frans Van Lint, Studio (1683 circa - 1763)

Capriccio con l'eruzione del Vesuvio, con una città cinta da mura (Torre del Greco?), una processione di penitenti incappucciati, e vari fuggiaschi ed astanti in primo piano
Paesaggio d'invenzione con ampia ansa fluviale sfociante su una costa mediterranea, con Cristo che chiama all'Apostolato Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni

entrambi firmati e datati 'HF (in monogramma) Van Lint. F./1727', sul retro del secondo dipinto prove di incisione, con varie scritte indecifrabili. Sul retro di entrambe le cornici iscrizione: "Di Monsù Studi", "Di Monsù Studio", antichi numeri d'inventario '88' e '89', applicati su antiche etichette con iscrizione: "Monsù Studio", olio su rame, cm 22,7x33,5 ciascuno, entro cornici intagliate e dorate (2)

拍品專文

Nonostante secondo la critica moderna Hendrick Frans Van Lint non abbia visitato Napoli, A. Busiri Vici, Peter Hendrick e Giacomo Van Lint, Tre pittori di Anversa del '600 e '700 a Roma, Roma, 1987, sostiene che gran parte della sua non esigua produzione di vedute napoletane derivi da materiale, soprattutto grafico, visto ed impiegato dal pittore nello studio di Gaspar Van Wittel. La moda pittorica del Vesuvio si diffuse nel secolo XVIII in ragione delle numerose eruzioni del Vulcano, in dipinti che - come il primo dei due offerti - riprendono gli elementi paesistici di massima con approssimazioni più o meno libere per quanto riguarda la topografia urbana (nel presente caso è forse possibile vedere una rappressentazione parzialmente veritiera di Torre del Greco, l'antica Torre Orsaia).
Il secondo dipinto qui offerto rientra tra quelli eseguiti da Van Lint sotto quello che A. Busiri Vici chiama "l'influsso di Claudio di Lorena" (op. cit. pp.162-164), affermatosi specialmente presso i viaggiatori inglesi impegnati nel Grand Tour. Rispetto alle opere catalogate dal Busiri Vici (op. cit., nn. 189-245, pp. 164-199), nel presente dipinto si colgono corrispondenze nel tempio antico circolare con i dipinti ai nn. 203, 206-209, 215, 218, 220, 222, 227, 232, 234, 236; mentre la topografia del paesaggio fluviale e costiero è leggibile nei nn. 201, 203, 214, 218, 227, secondo un gioco di varianti basate su sottili differenze di combinazione degli elementi paesistici, alle volte riproposti invertiti. Il tema della vocazione all'apostolato è alluso con scarsa aderenza alla fonte testuale (Matteo, 4, 18-22) mediante la collocazione dei cinque personaggi in un contesto paesistico marino.