Lot Essay
Il dipinto è venduto con una perizia del Prof. Ferdinando Bologna, datata 28 gennaio 1970. Lo studioso, nell'indicare la relazione del presente dipinto con le versioni già a Milano, Collezione Chiesa, e a Napoli, Museo di San Martino, prospettava che la versione a San Martino potesse essere attribuita ad un seguace di Traversi, Carlo Amalfi o Lorenzo De Caro. Secondo il Bologna "il Traversi attese a più riprese al tema dei bari rissaioli, mantenendone invariato il nucleo centrale, ma variandone i particolari". Lo studioso ritenenva il presente dipinto precedente alle due versioni citate, "non oltre gli anni 1752-55. La sua qualità pittorica è perfettamente al livello delle migliori realizzazioni del Traversi in quegli anni per lui climaterici". L'attribuzione a Traversi veniva ribadita da N.Spinosa (op. cit., 1971), che contestualmente ne indicava la pertinenza alla Collezione Artangelo (Napoli). In seguito F. Bologna tornava sulla questione (op. cit., 1980), citando l'attribuzione di Spinosa, ma aggiungeva: "Non conosco quest'ultima [versione: il presente dipinto], nè so dire se sia la stessa, già sul mercato napoletano, di cui riproduco la fotografia [55a], e che è una copia pura e semplice, per altro molto andante, del quadro giChiesa" (p.81, n.144). Dato che, anche in base alla cortese comunicazione degli attuali proprietari, il quadro qui offerto è effettivamente quello già in Collezione Artangelo, è plausibile che il Bologna abbia ritenuto di trovarsi di fronte ad una versione diversa da quella da lui periziata nel 1970. Per tutti i motivi qui discussi, ed in considerazione delle caratteristiche qualitative del quadro, si ritiene che esso sia un'opera autografa di Gaspare Traversi. Peraltro ancora N. Spinosa, op. cit., 1987, p.109, n.110, include il presente dipinto tra le "repliche settecentesche" del tema sviluppato da Traversi nell'opera in Collezione Chiesa e a San Martino.