Lot Essay
L'episodio raffigurato nel dipinto illustra presumibilmente le fasi finali della leggendaria guerra tra i Rutuli e i Troiani, svoltesi tra Ardea e Laurentum e narrate nel libro XII dell'Eneide (versi 886-952). In particolare sembra plausibile che Giacinto Gimignani abbia voluto creare un equivalente visivo del drammatico passo dell'opera di Virgilio in cui Giove, ormai convinto della necessità di affrettare la fine della guerra tra i due popoli, decise di infondere il terrore nel Re dei Rutuli Turno e in sua sorella Giuturna, inviando le Dire, le due pesti gemelle foriere di terrore e cattivi presagi che apparvero ai due in forma di uccelli. Le Dire misero in fuga Giuturna e atterrirono Turno, dando ad Enea l'ultimo slancio per vincere la battaglia. Infatti Giuturna è assente dalla composizione, mentre la presenza di Giove sul campo di battaglia è attestata dall'aquila con una frasca di palma nel becco, simbolo di sorte avversa. Sopra il capo di Enea la Vittoria tiene sospesa una corona di alloro e solleva la palma della sconfitta. Sulla sinistra Turno, in armatura e corona reale, è sul punto di essere sbalzato dalla sua quadriga, travolto dall'urto delle truppe teucre.
A conferma che il soggetto del dipinto è di tema romano - e non, ad esempio, di tema greco come la battaglia di Isso - le armature dei contendenti sono romane, e questo elemento non è casuale in un pittore di profonda cultura classica come Giacinto Gimignani, il quale doveva essere documentato anche sulla battaglia di Isso se nel suo testamento cita per l'appunto una 'Battaglia di Alessandro contro Dario' (cfr. U.V. Fischer Pace, Giacinto Gimignani. Eine Studie zur Romischen Malerei des Seicento, Dissertazione di Dottorato, Albert-Ludwigs-Universitat, Freiburg i. Br., 1973, p.126).
Il presente dipinto è stato menzionato come ubicato a Roma, Palazzo di Montecitorio, Camera dei Deputati, da U.V. Fischer Pace, Disegni di Giacinto e Ludovico Gimignani nelle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe (catalogo), Roma, 1979, p.124. Siamo grati alla Dottoressa Fischer Pace per averci comunicato di aver desunto tale ubicazione da indicazioni sul retro di una vecchia foto, che si riferisce senza dubbio proprio al dipinto qui offerto. La studiosa ha anche pubblicato un disegno preparatorio a Dusseldorf, Kunstmuseum (N. Inv. FP. 395, riprodotto a p. 121, fig. 122), considerato una 'Battaglia tra Alessandro e Dario' perché vi mancano l'aquila e la Vittoria, ed anche perché un quadro di questo soggetto è menzionato nel testamento di Gimignani (cfr. qui più sopra). Salvo la mancanza di questi due elementi, il disegno a Dusseldorf rispecchia fedelmente la composizione del presente dipinto. Una esercitazione molto affine, sia dal punto di vista compositivo sia per lo stesso spirito di filologia romana nei particolari, è nel disegno raffigurante uno 'Scontro tra soldati in costume romano (dalla vita di Alessandro Magno)' a Frankfurt, Stadelsches Kunstinstitut, N. Inv. 4116 (cfr. U.V. Fischer Pace, op. cit., 1973, p. 210). La figura della Vittoria appare con varianti di posizione in un disegno con 'Scena di battaglia' a Londra, Victoria and Albert Museum, Inv. D. 10641900 (cfr. U.V. Fischer Pace, op. cit. 1973, p.216). In questo disegno la figura di soldato che finisce di spada il suo avversario a terra tenendogli il capo con la mano, è stata impiegata per l'analogo particolare nell'angolo inferiore destro del dipinto qui offerto.
La struttura compositiva organizzata in complessi incastri di gruppi fitti di combattenti, è chiaramente partecipe dell'interesse verso il potenziale epico e narrativo dei rilievi della Colonna Traiana e dei sarcofagi figurati visibili nella Roma seicentesca. I rilievi della Colonna Traiana furono copiati da Pietro da Cortona, e lo stesso Nicolas Poussin mostra un interesse diretto per questo monumento nei densi incastri di figure della 'Battaglia di Giosuè contro gli Amaleciti' a San Pietroburgo, Ermitage, nella 'Battaglia di Giosuè contro gli Amoriti' a Mosca, Museo Pushkin e nella 'Battaglia di Gedeone contro i Madianiti' a Roma, Pinacoteca Vaticana. Peraltro lo stesso Gimignani trasse il disegno di un combattimento di soldati da un sarcofago romano (Roma, Gabinetto Nazionale delle Stampe, F.C. 127215; cfr. D. Di Castro - S.P. Fox, Disegni dall'antico nei secoli XVI e XVII dalle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe, catalogo, Roma, 1993, n. 92, p. 156, fig. a p. 157).
Pur nell'ambito di una dimensione culturale di classicismo eroico seicentesco, non mancano nel dipinto riferimenti alle esperienze cinquecentesche svolte nel campo del racconto di storie antiche, soprattutto rispetto alla 'Battaglia di Ponte Milvio' di Raffaello e aiuti nella Sala di Costantino in Vaticano.
I vigorosi contrasti di luce e la gamma cromatica del dipinto, giocata su una dominante bruna e grigia con vivaci inserti di rosso, giallo e blu cobalto, sembrano suggerire una datazione verso il 1635-45, nel momento del più stretto rapporto di Gimignani con l'ambiente dei pittori classicisti francesi attivi a Roma, culminato nella committenza delle 'Storie della Gerusalemme liberata' per la residenza parigina dell'ambasciatore francese a Roma, Francois Annibal d'Estrèes, Marchese di Coeuvres.
A conferma che il soggetto del dipinto è di tema romano - e non, ad esempio, di tema greco come la battaglia di Isso - le armature dei contendenti sono romane, e questo elemento non è casuale in un pittore di profonda cultura classica come Giacinto Gimignani, il quale doveva essere documentato anche sulla battaglia di Isso se nel suo testamento cita per l'appunto una 'Battaglia di Alessandro contro Dario' (cfr. U.V. Fischer Pace, Giacinto Gimignani. Eine Studie zur Romischen Malerei des Seicento, Dissertazione di Dottorato, Albert-Ludwigs-Universitat, Freiburg i. Br., 1973, p.126).
Il presente dipinto è stato menzionato come ubicato a Roma, Palazzo di Montecitorio, Camera dei Deputati, da U.V. Fischer Pace, Disegni di Giacinto e Ludovico Gimignani nelle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe (catalogo), Roma, 1979, p.124. Siamo grati alla Dottoressa Fischer Pace per averci comunicato di aver desunto tale ubicazione da indicazioni sul retro di una vecchia foto, che si riferisce senza dubbio proprio al dipinto qui offerto. La studiosa ha anche pubblicato un disegno preparatorio a Dusseldorf, Kunstmuseum (N. Inv. FP. 395, riprodotto a p. 121, fig. 122), considerato una 'Battaglia tra Alessandro e Dario' perché vi mancano l'aquila e la Vittoria, ed anche perché un quadro di questo soggetto è menzionato nel testamento di Gimignani (cfr. qui più sopra). Salvo la mancanza di questi due elementi, il disegno a Dusseldorf rispecchia fedelmente la composizione del presente dipinto. Una esercitazione molto affine, sia dal punto di vista compositivo sia per lo stesso spirito di filologia romana nei particolari, è nel disegno raffigurante uno 'Scontro tra soldati in costume romano (dalla vita di Alessandro Magno)' a Frankfurt, Stadelsches Kunstinstitut, N. Inv. 4116 (cfr. U.V. Fischer Pace, op. cit., 1973, p. 210). La figura della Vittoria appare con varianti di posizione in un disegno con 'Scena di battaglia' a Londra, Victoria and Albert Museum, Inv. D. 10641900 (cfr. U.V. Fischer Pace, op. cit. 1973, p.216). In questo disegno la figura di soldato che finisce di spada il suo avversario a terra tenendogli il capo con la mano, è stata impiegata per l'analogo particolare nell'angolo inferiore destro del dipinto qui offerto.
La struttura compositiva organizzata in complessi incastri di gruppi fitti di combattenti, è chiaramente partecipe dell'interesse verso il potenziale epico e narrativo dei rilievi della Colonna Traiana e dei sarcofagi figurati visibili nella Roma seicentesca. I rilievi della Colonna Traiana furono copiati da Pietro da Cortona, e lo stesso Nicolas Poussin mostra un interesse diretto per questo monumento nei densi incastri di figure della 'Battaglia di Giosuè contro gli Amaleciti' a San Pietroburgo, Ermitage, nella 'Battaglia di Giosuè contro gli Amoriti' a Mosca, Museo Pushkin e nella 'Battaglia di Gedeone contro i Madianiti' a Roma, Pinacoteca Vaticana. Peraltro lo stesso Gimignani trasse il disegno di un combattimento di soldati da un sarcofago romano (Roma, Gabinetto Nazionale delle Stampe, F.C. 127215; cfr. D. Di Castro - S.P. Fox, Disegni dall'antico nei secoli XVI e XVII dalle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe, catalogo, Roma, 1993, n. 92, p. 156, fig. a p. 157).
Pur nell'ambito di una dimensione culturale di classicismo eroico seicentesco, non mancano nel dipinto riferimenti alle esperienze cinquecentesche svolte nel campo del racconto di storie antiche, soprattutto rispetto alla 'Battaglia di Ponte Milvio' di Raffaello e aiuti nella Sala di Costantino in Vaticano.
I vigorosi contrasti di luce e la gamma cromatica del dipinto, giocata su una dominante bruna e grigia con vivaci inserti di rosso, giallo e blu cobalto, sembrano suggerire una datazione verso il 1635-45, nel momento del più stretto rapporto di Gimignani con l'ambiente dei pittori classicisti francesi attivi a Roma, culminato nella committenza delle 'Storie della Gerusalemme liberata' per la residenza parigina dell'ambasciatore francese a Roma, Francois Annibal d'Estrèes, Marchese di Coeuvres.