Enrico Castellani (1930-2017)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more DA UNA IMPORTANTE COLLEZIONE PRIVATA EUROPEAPROPERTY FROM AN IMPORTANT PRIVATE EUROPEAN COLLECTION
Enrico Castellani (1930-2017)

Superficie bianca

Details
Enrico Castellani (1930-2017)
Superficie bianca
firma, titolo e data 'Enrico Castellani - Superficie bianca - 1984 -' (sul retro)
acrilico su tela estroflessa
80 x 100 cm.
Eseguito nel 1984
Opera registrata presso l'Archivio della Fondazione Enrico Castellani, Milano, n. 84-001, come da autentica su fotografia in data 18 ottobre 2021

'WHITE SURFACE'; SIGNED, TITLED AND DATED (ON THE REVERSE); ACRYLIC ON SHAPED CANVAS

L'opera non richiede Attestato di Libera Circolazione al fine della sua esportazione.
This work does not require an Export License.
Provenance
Galleria Plurima, Udine
ivi acquisito dalla famiglia dell'attuale proprietario
Literature
R. Wirz, F. Sardella, Enrico Castellani, Catalogo ragionato, Tomo secondo, Opere 1955-2005, Milano 2012, vol. II, p. 472, n. 562 (illustrato)
Exhibited
Udine, Galleria Plurima, Enrico Castellani, Piero Dorazio, 1984
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Lotto soggetto a Diritto di Seguito. Secondo le regolamentazioni del 2006 il Diritto di Seguito è applicabile a questo lotto, il compratore acconsente a pagare a noi un importo pari a quello che regolamentazioni prevedono, e noi ci impegniamo nei confronti dell’acquirente a versare tale importo all’agente di riscossione dell’artista.
Further details
'Penso che sia illegittimo e pretenzioso voler deformare lo spazio in maniera definitiva e irreversibile, con la presunzione oltretutto di voler incidere nella realtà: si tratta nella migliore delle ipotesi di un'operazione inutile. Al massimo è lecito strutturarlo in modo da renderlo percettibile e sensorialmente fruibile; lo spazio in fondo ci interessa e ci preoccupa in quanto ci contiene'
ENRICO CASTELLANI

'I think it is illegitimate and pretentious to want to deform space in a definitive and irreversible way, with the presumption, moreover, of wanting to have an impact on reality: this is, at best, a useless operation. It is legitimate, at most, to structure it in such a way as to make it perceivable and sensorially available; space, after all, interests and preoccupies us because it contains us'

Eseguita nel 1984, anno in cui Enrico Castellani rappresentò l'Italia alla Biennale di Venezia per la terza volta, Superficie bianca si presenta quale elegante esempio delle opere che hanno connotato la sua produzione artistica. Composta da una tela bianca incontaminata stesa su un letto di chiodi ritmicamente posizionati, quest'opera dimostra la ricerca pionieristica di luce, movimento e forma che ha collocato Castellani in prima linea nell'avanguardia italiana del Dopoguerra. Così come i Tagli di Lucio Fontana e gli Achromes di Piero Manzoni, queste straordinarie apparizioni semi-scultoree vanno annoverate tra le creazioni più influenti del loro tempo, entrando in risonanza con gli obiettivi del contemporaneo gruppo tedesco ZERO e aprendo quindi la strada all'evoluzione internazionale del Minimalismo. All'epoca del presente lavoro Castellani aveva già lavorato alle sue Superfici per un quarto di secolo, e avrebbe continuato a perfezionarle per il resto della sua biografia artistica. La tela, una volta concepita come supporto per fare arte, diventa un oggetto a sé stante, e non simboleggia nient'altro che la sua presenza materiale.
Castellani si ispirò fin dall'inizio ad artisti quali Kazimir Malevich e Constantin Brâncuşi, Piet Mondrian e Vladimir Tatlin. Nel contesto dei fiorenti circoli creativi della Milano degli anni Cinquanta queste influenze diedero vita a una concezione completamente nuova dell'arte: un'interpretazione che derivava il suo significato più autentico dalla sua interazione fisica con il mondo. Castellani in un primo tempo utilizzò le nocciole come mezzo per modulare la superficie delle sue opere, successivamente passò ai chiodi che gli permisero di ingegnerizzare con precisione la tensione e il modello della tela. Sebbene abbia sperimentato nel corso della sua produzione artistica una gamma di colori e materiali, le opere bianche come questa vanno identificate quali espressioni pure dei suoi obiettivi artistici. "Una superficie bianca vuota è la cosa più astratta che si possa immaginare", spiegava Castellani. Qui, svuotata di ogni riferimento al mondo esterno, l'arte si libera: i fardelli della narrazione e della rappresentazione si dissolvono nella magia elementare della sua superficie.

Executed in 1984 - the year that Enrico Castellani represented Italy at the Venice Biennale for the third time - Superficie bianca is an elegant example of the works that defined his oeuvre. Comprising a pristine white canvas stretched over a bed of rhythmically-placed nails, it demonstrates the pioneering interrogation of light, movement and form that positioned Castellani at the forefront of the Post-War Italian avant-garde. Along with Lucio Fontana's Tagli and Piero Manzoni's Achromes, these extraordinary, near-sculptural apparitions were among the most influential creations of their time, resonating with the aims of the contemporaneous German ZERO group and ultimately paving the way for the international evolution of Minimalism. By the time of the present work, Castellani had been producing his Superfici for a quarter of a century, and would continue to refine them for the remainder of his oeuvre. Here, the canvas - once conceived as a support for art - becomes an object in its own right, proclaiming nothing more than the fact of its material presence.
Castellani was inspired early on by artists ranging from Kazimir Malevich and Constantin Brâncuşi to Piet Mondrian and Vladimir Tatlin. Within the thriving creative circles of 1950s Milan, these influences gave rise to a wholly new conception of art: one that derived its meaning purely from its physical interaction with the world. Castellani initially employed hazelnuts as means of modulating the surface of his works, before embracing nails: a medium that allowed him to engineer the tension and pattern of the canvas with precision. While he experimented with a range of colours and materials over the course of his oeuvre, white works such as the present stand among the purest expression of his artistic goals. "A white empty surface is the most abstract thing one can possible imagine", he explained. Here, drained of all reference to the outside world, art is set free: the burdens of narrative and representation dissolve in the elemental magic of its surface.

Brought to you by

Elena Zaccarelli
Elena Zaccarelli Senior Specialist, Head of Sale, Milan

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