Lot Essay
Maria Rosaria Nappi cataloga il presente dipinto tra le "opere [di de Nomé] in cui in luogo di architetture complesse il pittore raffigura solo un palazzo di grandi dimensioni inserito in un giardino (A8). La rappresentazione del giardino all'italiana sembra rifarsi alla realtà per la presenza di alcuni particolari come le cordicelle che reggono il piccolo cipresso in uno dei vasi di bordura dell'aiuola. L'attenzione rivolta dal pittore alle piante in vaso, presenti anche in altri dipinti giovanili, denota un senso dell'osservazione degli aspetti più minuti del mondo circostante e contrasta con la mancanza di realismo che caratterizza generalmente le sue composizioni. Il giardino all'italiana costituisce un soggetto prediletto per alcuni paesaggisti del Cinquecento fiammingo e, talvolta, assume anche significati simbolici [...…]. Il tema era conosciuto sia nell'ambito di Elsheimer che dai pittori vicini al Brill: può quindi essere giunto al pittore che lo ripropone soprattutto nelle sue opere giovanili" (cf. M.R. Nappi, op. cit., p. 60). Sempre la stessa studiosa indica raffronti del presente dipinto con il 'Castello immaginario' (A19) e con i 'Martirii di Santi' già a Roma, collezione Bloch, e prospetta analogie di tutto questo gruppo di opere rispetto ad un seguace anonimo di de Nomé, che la studiosa definisce col nome di intesa di Maestro dell'Arco di Castelnuovo.
È possibile che una fonte di ispirazione per la raffigurazione del giardino all'italiana nel presente dipinto sia stata data da esempi divenuti canonici già nel Seicento, come il giardino di Villa Medici a Roma.
È possibile che una fonte di ispirazione per la raffigurazione del giardino all'italiana nel presente dipinto sia stata data da esempi divenuti canonici già nel Seicento, come il giardino di Villa Medici a Roma.