Lot Essay
Nel 1915 Giacomo Balla si firma "astrattista futurista" in fondo al manifesto "Ricostruzione Futurista dell'Universo". Nel 1917 sperimenta una serie di scomposizioni della natura in chiave "puramente" astratta. Nel 1918 alla Casa d'Arte Bragaglia espone sedici dipinti dedicati alle "forze di paesaggio" unite a diverse sensazioni. Accanto a questa ricerca, lo studio della natura trionfa nei motivi delle "Stagioni": dalla fluidità morbidezza o espansione della primavera alle punte d'estate, al drammatico dissolvimemnto autunnale.
Tutte queste sensazioni pittoriche, ovvero le "linee forze pensiero" come le definisce Balla, sono destinate a diventare i soggetti delle opere degli anni Venti. Si tratta di esperimenti non ancora compresi nel loro vero valore, che è quello di una singolare ricerca astratta, del tutto europea, ma che ha il vantaggio di non assomigliare a nessuna delle ricerche astratte dei pittori in voga in questo momento. Sia che si chiamino Vasilij Kandinskij o Hans Arp, Fernard Leger o Michail Larionov, Piet Mondrian o Theo Van Doesburg, El Lissitskij o Natalia Gonciarova. Si tratta di pittori che Balla ha incontrato o incontra in questi anni e che in diversa misura apprezzano la sua opera di precursore.
Un periodo internazionale della pittura di Giacomo Balla. La sua immagine del futuro e quella sua idea della "ricostruzione futurista dell'universo" arrivano a coincidere con la prospettiva europea dell'Art Deco. Si apre nel 1925 a Parigi la "Exposition des Arts Decoratifs et Industriels Modernes" che sara destinata a lasciare una traccia duratura nella cultura dell'anteguerra. Insieme alla sperimentazione del linguaggio puro, Balla ha sempre pensato alla presenza dell'arte nella vita: in un certo senso, la mostra di Parigi sembra dargli ragione. Lui stesso si ritrova a essere tra i protagonisti del padiglione italiano, insieme agli allievi Depero e Prampolini.
Tutte queste sensazioni pittoriche, ovvero le "linee forze pensiero" come le definisce Balla, sono destinate a diventare i soggetti delle opere degli anni Venti. Si tratta di esperimenti non ancora compresi nel loro vero valore, che è quello di una singolare ricerca astratta, del tutto europea, ma che ha il vantaggio di non assomigliare a nessuna delle ricerche astratte dei pittori in voga in questo momento. Sia che si chiamino Vasilij Kandinskij o Hans Arp, Fernard Leger o Michail Larionov, Piet Mondrian o Theo Van Doesburg, El Lissitskij o Natalia Gonciarova. Si tratta di pittori che Balla ha incontrato o incontra in questi anni e che in diversa misura apprezzano la sua opera di precursore.
Un periodo internazionale della pittura di Giacomo Balla. La sua immagine del futuro e quella sua idea della "ricostruzione futurista dell'universo" arrivano a coincidere con la prospettiva europea dell'Art Deco. Si apre nel 1925 a Parigi la "Exposition des Arts Decoratifs et Industriels Modernes" che sara destinata a lasciare una traccia duratura nella cultura dell'anteguerra. Insieme alla sperimentazione del linguaggio puro, Balla ha sempre pensato alla presenza dell'arte nella vita: in un certo senso, la mostra di Parigi sembra dargli ragione. Lui stesso si ritrova a essere tra i protagonisti del padiglione italiano, insieme agli allievi Depero e Prampolini.