Gregorio Preti (Taverna 1603-1672 Roma)
Where there is no symbol Christie's generally sell… Read more
Gregorio Preti (Taverna 1603-1672 Roma)

Incredulità di San Tommaso

Details
Gregorio Preti (Taverna 1603-1672 Roma)
Incredulità di San Tommaso
olio su tela
105.5 x 93 cm.
Special notice
Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's for each lot, is calculated in the following way: 24% on the hammer price of the first € 150,000,00 18.5% on the hammer price for any amount in excess of € 150,000,00.

Lot Essay

Il presente dipinto riprende al contrario la figura del Cristo e, in parte, quella di San Tommaso nella Incredulità di San Tommaso di Mattia Preti a La Valletta (Malta), National Museum of Fine Arts (cf. J. T. Spike, Mattia Preti. Catalogo ragionato dei dipinti, Firenze, 1999, pp. 267-68, n. 367, che cita l'esistenza di copie del dipinto rispettivamente a La Valletta, All Souls Church, e a Taverna, Chiesa di Santa Barbara).
Peraltro il presente dipinto è in rapporto anche con il disegno di analogo soggetto attribuito a Mattia Preti a Düsseldorf, Kunstmuseum (cf. C. Carlino, Due epigoni pretiani: Cristoforo Santanna e Francesco Colelli, in AA.VV., Gregorio Preti da Taverna a Roma, 1603-1672, a cura di C. Carlino, Reggio Calabria, 2003, pp. 202-203, figg. 4-5). La figura di San Tommaso è poi costruita in modo simile al San Filippo Neri di Gregorio Preti a Sutri, Episcopio, Cattedrale di Santa Maria Assunta, che è parte di una serie di apostoli già attribuita allo stesso Mattia Preti ed ora considerata opera di collaborazione tra i due fratelli (cf. M. Marini in AA.VV., Gregorio Preti da Taverna a Roma, pp. 96-108, in particolare fig. 26 a p. 107).
I termini del rapporto tra Gregorio Preti e il più famoso fratello Mattia sono ora meglio noti attraverso la mole piuttosto cospicua di contributi recenti [cf. J. T. Spike, Gregorio Preti. I dipinti, i documenti, Firenze, 2003; Gregorio Preti, calabrese (1603-1672), un problema aperto, catalogo, Milano, 2004, a cura di R. Vodret e G. Leone]. Nel presente dipinto sembra dunque emergere un altro esempio di condivisione tra i fratelli Preti di invenzioni o di specifici dettagli compositivi, in questo caso trattati da Gregorio su un piano di notevole impegno formale. La tavolozza più rischiarata rispetto alle opere giovanili di Gregorio, e il fatto che lo Spike abbia orientativamente situato alla metà degli anni settanta del Seicento il dipinto di Mattia Preti a La Valletta (cf. J. T. Spike, Mattia Preti, cit., p. 343), spingono a situare il presente dipinto nel percorso finale di Gregorio, comunque non oltre l'anno della sua morte (1672), il che spingerebbe a retrodatare lievemente anche il dipinto di La Valletta.