Senza titolo
Details
Michelangelo Pistoletto (N. 1933)
Senza titolo
iscrizione, firma e data 'Monoquadro fuoriserie n. 98 Michelangelo Pistoletto 1976 millenovecentosettantasei di questo soggetto altre due varianti' (sul retro)
serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio
120 x 100 cm.
Eseguito nel 1976
'UNTITLED'; INSCRIBED, SIGNED AND DATED (ON THE REVERSE); SILKSCREEN ON STAINLESS STEEL
L'opera non richiede Attestato di Libera Circolazione al fine della sua esportazione.
This work does not require an Export License.
Senza titolo
iscrizione, firma e data 'Monoquadro fuoriserie n. 98 Michelangelo Pistoletto 1976 millenovecentosettantasei di questo soggetto altre due varianti' (sul retro)
serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio
120 x 100 cm.
Eseguito nel 1976
'UNTITLED'; INSCRIBED, SIGNED AND DATED (ON THE REVERSE); SILKSCREEN ON STAINLESS STEEL
L'opera non richiede Attestato di Libera Circolazione al fine della sua esportazione.
This work does not require an Export License.
Provenance
Galleria Il Centro, Napoli
ivi acquisito dall'attuale proprietario nella seconda metà degli anni Settanta
ivi acquisito dall'attuale proprietario nella seconda metà degli anni Settanta
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent.
Lotto soggetto a Diritto di Seguito. Secondo le regolamentazioni del 2006 il Diritto di Seguito è applicabile a questo lotto, il compratore acconsente a pagare a noi un importo pari a quello che regolamentazioni prevedono, e noi ci impegniamo nei confronti dell’acquirente a versare tale importo all’agente di riscossione dell’artista.
Further details
Nell'opera Senza titolo di Michelangelo Pistoletto, composta da un grande pannello in acciaio inossidabile lucidato a specchio, la rappresentazione si relaziona con la realtà. Si tratta di un'opera particolarmente significativa appartenente alla serie dei Quadri specchianti, una produzione iconica dell'artista.
L'opera rappresenta il fotografo torinese Paolo Mussat Sartor, che collaborò con Pistoletto alla realizzazione di molte delle fotografie all'origine dei quadri specchianti. L'artista utilizzò spesso amici, conoscenti e persino familiari come protagonisti delle sue opere, citandoli però raramente in modo diretto, benché molti di loro fossero personaggi facilmente riconoscibili. La fotografia da cui trae origine quest'opera fu eccezionalmente scattata da Pistoletto stesso, per permettere a Mussat Sartor di diventarne protagonista e non autore. Lo scatto è stato utilizzato, oltre che per le tre varianti che ritraggono il fotografo in posa, per altre due opere: Donna con lampada (1975) e Macchina fotografica (1975), in cui il fotografo lascia il posto prima alla figura femminile accanto a lui, e infine alla macchina fotografica stessa.
Per Pistoletto lo specchio era uno strumento che consentiva di "portare le persone nell'immagine" e, riflettendo il mondo, incorporava lo spettatore all'interno della scena. Questo illusionismo, tuttavia, non vuole essere un trucco visivo o un effetto trompe l'oeil, bensì un mezzo per interrogare la relazione che condividono l'oggetto, lo spettatore e l'ambiente. Tale dinamica viene ancor più evidenziata dal soggetto di quest'opera: un fotografo che si prepara a scattare una foto, ma di chi? Rappresentando il momento in cui si realizza un'immagine, Senza titolo mette in discussione l'origine stessa di questa azione. L'opera presenta infatti una sinergia coinvolgente tra artista e soggetto, finzione e verità, per cui lo spettatore viene invitato a esperire "nuove relazioni spaziali e psicologiche" che sfidano la nozione di reale (M. Friedman, Michelangelo Pistoletto, A Reflected World, Minneapolis 1966, catalogo della mostra presso il Walker Art Center).
Sebbene Pistoletto abbia esplorato diversi media, sono i suoi Quadri specchianti a costituire il suo corpus di lavori più significativo. Questa produzione prende le mosse da una serie di studi di autoritratti che l'artista realizza tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta. Un giorno, nel 1961, Pistoletto nota il proprio volto riflesso nello sfondo lucido di uno di questi autoritratti. "L'ho visto venirmi incontro", ricorda, "staccandosi nello spazio di un ambiente in cui tutto si muoveva, e ne sono rimasto scioccato". Pistoletto si rende conto, quasi istantaneamente, della nuova direzione verso la quale deve condurre il suo lavoro. Abbandonando il proprio autoritratto, inizia a ritrarre diversi soggetti. Il risultato è un'opera altamente concettuale che sovverte sia le convenzioni storico-artistiche sia quelle visive. Isolato nel proprio pannello, il fotografo di Pistoletto afferma e sfida la divisione tra il mondo della rappresentazione e quello della "realtà" riflessa dallo specchio: da qualche parte tra i due risiede la verità.
Representation confronts reality in Michelangelo Pistoletto's Senza titolo. A distinctive work from the artist's iconic Quadri specchianti series, or mirror paintings, it is composed of a large panel made of polished stainless steel.
The work represents the Turinese photographer Paolo Mussat Sartor, that collaborated with Pistoletto in the making of many of the photographs at the origin of the mirrored pictures. The artist often utilised friends, acquaintances and even family members as protagonists of his works, rarely citating them directly, although many of them were easily recognisable figures.
The photograph from which this work originates has been exceptionally shot by Pistoletto himself, to allow Mussat Sartor becoming its protagonist and not its author. The shot was utilised, other than for the three variants that portray the photographer posing, for other two works: Donna con lampada (1975) and Macchina fotografica (1975), in which the photographer leaves room first to the feminine figure next to him, and then to the camera itself.
For the artist, the mirror was a tool to "bring people into the image" and by reflecting the world, the present work incorporates the viewer into the scene at hand. This illusionism, however, is no visual trick or trompe l’oeil effect, but rather a means of interrogating the relationship between object, viewer, and their shared environment. It is a dynamic reinforced by the subject of the present work: a photographer preparing to snap a picture, but of whom? By depicting the act of image making, Senza titolo questions its own origins. Indeed, the work presents a thrilling interplay between artist and subject, fiction and truth, whereby the viewer enters into "new spatial and psychological relationships" that challenge the notion of the real (M. Friedman, Michelangelo Pistoletto, A Reflected World, Minneapolis 1966, exhibition catalogue at Walker Art Center).
While Pistoletto has explored a range of media, it is his mirror paintings that constitute his most significant body of work. The works evolved from a series of self-portrait studies the artist created during the late 1950s and early 1960s. One day in 1961, Pistoletto noticed his own face reflected in the glossy background of one of these self-portraits. "I saw it coming towards me", he recalled, "detaching itself from the space of an environment in which all things moved, and I was astonished". Almost instantaneously, Pistoletto realised the new direction in which he should take his work. Moving beyond his own self-portrait, Pistoletto began to portray a variety of subjects. Here, the result is a highly conceptual work that subverts both art-historical conventions and visual conventions. Isolated in his own panel, Pistoletto's photographer both affirms and challenges the division between the world of representation and the reflective "reality" of the mirror. Somewhere between the two resides the truth.
L'opera rappresenta il fotografo torinese Paolo Mussat Sartor, che collaborò con Pistoletto alla realizzazione di molte delle fotografie all'origine dei quadri specchianti. L'artista utilizzò spesso amici, conoscenti e persino familiari come protagonisti delle sue opere, citandoli però raramente in modo diretto, benché molti di loro fossero personaggi facilmente riconoscibili. La fotografia da cui trae origine quest'opera fu eccezionalmente scattata da Pistoletto stesso, per permettere a Mussat Sartor di diventarne protagonista e non autore. Lo scatto è stato utilizzato, oltre che per le tre varianti che ritraggono il fotografo in posa, per altre due opere: Donna con lampada (1975) e Macchina fotografica (1975), in cui il fotografo lascia il posto prima alla figura femminile accanto a lui, e infine alla macchina fotografica stessa.
Per Pistoletto lo specchio era uno strumento che consentiva di "portare le persone nell'immagine" e, riflettendo il mondo, incorporava lo spettatore all'interno della scena. Questo illusionismo, tuttavia, non vuole essere un trucco visivo o un effetto trompe l'oeil, bensì un mezzo per interrogare la relazione che condividono l'oggetto, lo spettatore e l'ambiente. Tale dinamica viene ancor più evidenziata dal soggetto di quest'opera: un fotografo che si prepara a scattare una foto, ma di chi? Rappresentando il momento in cui si realizza un'immagine, Senza titolo mette in discussione l'origine stessa di questa azione. L'opera presenta infatti una sinergia coinvolgente tra artista e soggetto, finzione e verità, per cui lo spettatore viene invitato a esperire "nuove relazioni spaziali e psicologiche" che sfidano la nozione di reale (M. Friedman, Michelangelo Pistoletto, A Reflected World, Minneapolis 1966, catalogo della mostra presso il Walker Art Center).
Sebbene Pistoletto abbia esplorato diversi media, sono i suoi Quadri specchianti a costituire il suo corpus di lavori più significativo. Questa produzione prende le mosse da una serie di studi di autoritratti che l'artista realizza tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta. Un giorno, nel 1961, Pistoletto nota il proprio volto riflesso nello sfondo lucido di uno di questi autoritratti. "L'ho visto venirmi incontro", ricorda, "staccandosi nello spazio di un ambiente in cui tutto si muoveva, e ne sono rimasto scioccato". Pistoletto si rende conto, quasi istantaneamente, della nuova direzione verso la quale deve condurre il suo lavoro. Abbandonando il proprio autoritratto, inizia a ritrarre diversi soggetti. Il risultato è un'opera altamente concettuale che sovverte sia le convenzioni storico-artistiche sia quelle visive. Isolato nel proprio pannello, il fotografo di Pistoletto afferma e sfida la divisione tra il mondo della rappresentazione e quello della "realtà" riflessa dallo specchio: da qualche parte tra i due risiede la verità.
Representation confronts reality in Michelangelo Pistoletto's Senza titolo. A distinctive work from the artist's iconic Quadri specchianti series, or mirror paintings, it is composed of a large panel made of polished stainless steel.
The work represents the Turinese photographer Paolo Mussat Sartor, that collaborated with Pistoletto in the making of many of the photographs at the origin of the mirrored pictures. The artist often utilised friends, acquaintances and even family members as protagonists of his works, rarely citating them directly, although many of them were easily recognisable figures.
The photograph from which this work originates has been exceptionally shot by Pistoletto himself, to allow Mussat Sartor becoming its protagonist and not its author. The shot was utilised, other than for the three variants that portray the photographer posing, for other two works: Donna con lampada (1975) and Macchina fotografica (1975), in which the photographer leaves room first to the feminine figure next to him, and then to the camera itself.
For the artist, the mirror was a tool to "bring people into the image" and by reflecting the world, the present work incorporates the viewer into the scene at hand. This illusionism, however, is no visual trick or trompe l’oeil effect, but rather a means of interrogating the relationship between object, viewer, and their shared environment. It is a dynamic reinforced by the subject of the present work: a photographer preparing to snap a picture, but of whom? By depicting the act of image making, Senza titolo questions its own origins. Indeed, the work presents a thrilling interplay between artist and subject, fiction and truth, whereby the viewer enters into "new spatial and psychological relationships" that challenge the notion of the real (M. Friedman, Michelangelo Pistoletto, A Reflected World, Minneapolis 1966, exhibition catalogue at Walker Art Center).
While Pistoletto has explored a range of media, it is his mirror paintings that constitute his most significant body of work. The works evolved from a series of self-portrait studies the artist created during the late 1950s and early 1960s. One day in 1961, Pistoletto noticed his own face reflected in the glossy background of one of these self-portraits. "I saw it coming towards me", he recalled, "detaching itself from the space of an environment in which all things moved, and I was astonished". Almost instantaneously, Pistoletto realised the new direction in which he should take his work. Moving beyond his own self-portrait, Pistoletto began to portray a variety of subjects. Here, the result is a highly conceptual work that subverts both art-historical conventions and visual conventions. Isolated in his own panel, Pistoletto's photographer both affirms and challenges the division between the world of representation and the reflective "reality" of the mirror. Somewhere between the two resides the truth.
Brought to you by
Elena Zaccarelli
Senior Specialist, Head of Sale, Milan