拍品专文
"Nei Teatrini, io non ho abbandonato l'idea rigorosa del contrappunto, ma ho voluto creare qualcosa in un certo senso figurativo, però spostandolo in un ambiente astratto metafisico." (F. Melotti, cit. in G. Celant, Melotti Catalogo Generale, Milano 1997, t. I, p. XIV)
Questa breve riflessione di Melotti sui suoi Teatrini, aiuta a individuare i caratteri fondamentali di questa serie di opere ironiche e fantasiose, piccole sculture in terracotta che contraddistinguono la produzione dell'artista negli anni Cinquanta
Anzitutto, la geometria e l'astrazione, che rimangono strumenti fondamentali per Melotti. Anche le sue costruzioni più liriche (come del resto avviene per Burri e Fontana, i maggiori artisti italiani degli anni Cinquanta assieme a Melotti) hanno alla base una grammatica spaziale molto precisa. La struttura geometrica non è mai rigida e dogmatica, ma la sua flessibilità e adattabilità costituisce la base della sua forza. Le solide geometrie astratte degli anni Trenta maturano portano Melotti con naturalezza al lirismo leggero dei Teatrini. Nel Teatrino che presentiamo, ad esempio ci troviamo quasi di fronte a una interpretazione libera, giocosa e tridimensionale dell'insegnamento di Mondrian, uno dei grandi maestri del Novecento. I piani orizzontali e verticali si incontrano ortogonalmente e procedono secondo linee rette parallele tra loro. Essi delimitano, col loro bianco, parallelepipedi dal fondo colorato. Proprio l'uso dei colori sottolinea la distanza dal maestro olandese: le campiture non sono uniformi ma hanno un aspetto irregolare e vivo.
Il principio musicale del contrappunto che Melotti trasferisce nelle tre dimensioni domina anche questa composizione: asimmetrica ma perfettamente bilanciata trova il suo equilibrio nella figurina all'estrema destra che, staccata dalle altre, fa da contrappeso visivo alla fascia sinistra.
La terracotta, materiale povero e immediato, è perfettamente congeniale alla libertà di ispirazione di queste opere. Le figure rapidamente modellate, che è possibile immaginare riflessive o distratte, impegnate in un dialogo o silenziose, sembrano sospese, all'interno del loro riparo, in una paziente attesa metafisica.
Questa breve riflessione di Melotti sui suoi Teatrini, aiuta a individuare i caratteri fondamentali di questa serie di opere ironiche e fantasiose, piccole sculture in terracotta che contraddistinguono la produzione dell'artista negli anni Cinquanta
Anzitutto, la geometria e l'astrazione, che rimangono strumenti fondamentali per Melotti. Anche le sue costruzioni più liriche (come del resto avviene per Burri e Fontana, i maggiori artisti italiani degli anni Cinquanta assieme a Melotti) hanno alla base una grammatica spaziale molto precisa. La struttura geometrica non è mai rigida e dogmatica, ma la sua flessibilità e adattabilità costituisce la base della sua forza. Le solide geometrie astratte degli anni Trenta maturano portano Melotti con naturalezza al lirismo leggero dei Teatrini. Nel Teatrino che presentiamo, ad esempio ci troviamo quasi di fronte a una interpretazione libera, giocosa e tridimensionale dell'insegnamento di Mondrian, uno dei grandi maestri del Novecento. I piani orizzontali e verticali si incontrano ortogonalmente e procedono secondo linee rette parallele tra loro. Essi delimitano, col loro bianco, parallelepipedi dal fondo colorato. Proprio l'uso dei colori sottolinea la distanza dal maestro olandese: le campiture non sono uniformi ma hanno un aspetto irregolare e vivo.
Il principio musicale del contrappunto che Melotti trasferisce nelle tre dimensioni domina anche questa composizione: asimmetrica ma perfettamente bilanciata trova il suo equilibrio nella figurina all'estrema destra che, staccata dalle altre, fa da contrappeso visivo alla fascia sinistra.
La terracotta, materiale povero e immediato, è perfettamente congeniale alla libertà di ispirazione di queste opere. Le figure rapidamente modellate, che è possibile immaginare riflessive o distratte, impegnate in un dialogo o silenziose, sembrano sospese, all'interno del loro riparo, in una paziente attesa metafisica.