Archivio "Valori Plastici" - La rivista romana Valori Plastici, fondata a Roma da Mario Broglio nel 1919, è stata come si sa al centro dell'interesse negli ultimi anni, nel quadro del generale riesame critico che si sta facendo di quella stagione successiva alla prima guerra mondiale che nelle storie dell'arte e della letteratura italiana si suole definire "neoclassicismo". Oggi si tende a considerare in maniera più sfaccettata quel periodo, evitando facili tassonomie (avaguardia/reazione) e ricollocando esperienze (si pensi ai casi di Mario Sironi e Gino Severini, di Filippo De Pisis e Gino Rossi) che in precedenza non erano apparse nella giusta luce. In questo movimento, Valori Plastici faceva parte a sé, innanzi tutto per la linea di continuità "genetica" che conservava con la stagione "classica" dell'avanguardia novecentesca (si pensi che vi collaboravano Carrà, Savinio, De Chirico, Cecchi, Tavolato, Soffici, vale a dire un autentico stato maggiore dell'avanguardia italiana). Qui si presenta una consistente porzione dell'Archivio della Rivista, e dell'Archivio Personale di Edita Broglio, artista consorte di Mario (nata Edita Zur-Muehlen, originaria della Lettonia), anch'ella tra i primi collaboratori della rivista. La parte più consistente è di natura iconografica (considerando la posizione centrale di Broglio e della sua rivista, vi appaiono numerosissimi protagonisti dell'arte e della letteratura italiana), comprendente centinaia di foto (e di lastre originali, non sviluppate) relative alla cerchia dei Broglio e alla colonia russa a Roma; ma vi sono anche numerosissimi documenti relativi alla nascita e alla vita della rivista (dépliants pubblicitari, manifesti e volantini originali, oltre a una vera e propria chicca: l'atto ufficiale di registrazione della rivista presso la Prefettura di Roma, Roma, 19. 2. 1919). Grande fetta di Novecento.

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Archivio "Valori Plastici" - La rivista romana Valori Plastici, fondata a Roma da Mario Broglio nel 1919, è stata come si sa al centro dell'interesse negli ultimi anni, nel quadro del generale riesame critico che si sta facendo di quella stagione successiva alla prima guerra mondiale che nelle storie dell'arte e della letteratura italiana si suole definire "neoclassicismo". Oggi si tende a considerare in maniera più sfaccettata quel periodo, evitando facili tassonomie (avaguardia/reazione) e ricollocando esperienze (si pensi ai casi di Mario Sironi e Gino Severini, di Filippo De Pisis e Gino Rossi) che in precedenza non erano apparse nella giusta luce. In questo movimento, Valori Plastici faceva parte a sé, innanzi tutto per la linea di continuità "genetica" che conservava con la stagione "classica" dell'avanguardia novecentesca (si pensi che vi collaboravano Carrà, Savinio, De Chirico, Cecchi, Tavolato, Soffici, vale a dire un autentico stato maggiore dell'avanguardia italiana). Qui si presenta una consistente porzione dell'Archivio della Rivista, e dell'Archivio Personale di Edita Broglio, artista consorte di Mario (nata Edita Zur-Muehlen, originaria della Lettonia), anch'ella tra i primi collaboratori della rivista. La parte più consistente è di natura iconografica (considerando la posizione centrale di Broglio e della sua rivista, vi appaiono numerosissimi protagonisti dell'arte e della letteratura italiana), comprendente centinaia di foto (e di lastre originali, non sviluppate) relative alla cerchia dei Broglio e alla colonia russa a Roma; ma vi sono anche numerosissimi documenti relativi alla nascita e alla vita della rivista (dépliants pubblicitari, manifesti e volantini originali, oltre a una vera e propria chicca: l'atto ufficiale di registrazione della rivista presso la Prefettura di Roma, Roma, 19. 2. 1919). Grande fetta di Novecento.