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(GOLDONI, Carlo). Interessantissimo manoscritto poetico: La Picola Venezia - Ottave Del Sig.r D.r Carlo Goldoni: sessanta componimenti con rare correzioni, per il resto in bella grafia pronta per le stampe, uno per pagina in un delizioso libriccino in legatura cartonata coeva e cordone dorato, con le altre pagine in bianco.
Componimento in ottave uscito nella raccolta Poesie per le gloriose nozze di Marin Zorzi e Contarina Barbarigo, dedicato nel 1765 da Gasparo Gozzi a Gregorio e Caterina Barbarigo. Il titolo rimanda alla denominazione francese, "la Petite Venise", di un'ansa al principio del canale di fronte al castello di Versailles, dove avevano trovato occupazione quettro gondolieri veneziani con le loro imbarcazioni tirate a lucido per le grandi feste nel parco. Quando nel 1765 Godoni si stabilì a Versailles, la "Piccola Venezia" ancora esisteva, sebbene con un solo gondoliere detto "il mazzagatti". L'incontro tra il commediografo e il barcaiolo diede ispirazione a questo grazioso poemetto in lingua veneziana, pieno di nostalgico affetto per la patria lontana e per la gloria della Serenissima di un tempo. Il presente testimone, sicuramente coevo, è probabilmente una bella copia omaggio galante per gli invitati alle nozze, con alcune varianti interpuntive e grafiche, ma non solo: tutto da studiare. Cfr. Tutte le opere di Carlo Goldoni, a cura di Giuseppe Ortolani, Milano, 1955, vol XIII, pp. 898-912.
Componimento in ottave uscito nella raccolta Poesie per le gloriose nozze di Marin Zorzi e Contarina Barbarigo, dedicato nel 1765 da Gasparo Gozzi a Gregorio e Caterina Barbarigo. Il titolo rimanda alla denominazione francese, "la Petite Venise", di un'ansa al principio del canale di fronte al castello di Versailles, dove avevano trovato occupazione quettro gondolieri veneziani con le loro imbarcazioni tirate a lucido per le grandi feste nel parco. Quando nel 1765 Godoni si stabilì a Versailles, la "Piccola Venezia" ancora esisteva, sebbene con un solo gondoliere detto "il mazzagatti". L'incontro tra il commediografo e il barcaiolo diede ispirazione a questo grazioso poemetto in lingua veneziana, pieno di nostalgico affetto per la patria lontana e per la gloria della Serenissima di un tempo. Il presente testimone, sicuramente coevo, è probabilmente una bella copia omaggio galante per gli invitati alle nozze, con alcune varianti interpuntive e grafiche, ma non solo: tutto da studiare. Cfr. Tutte le opere di Carlo Goldoni, a cura di Giuseppe Ortolani, Milano, 1955, vol XIII, pp. 898-912.
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