Antonio Mariani, Antonio della Corgna o della Cornia (1584 circa - 1654)
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Antonio Mariani, Antonio della Corgna o della Cornia (1584 circa - 1654)

Lot e le figlie

Details
Antonio Mariani, Antonio della Corgna o della Cornia (1584 circa - 1654)
Lot e le figlie
olio su tela
cm 180x235
In basso a destra, dipinti a colore bianco, colonna sormontata da corona principesca (simbolo di Casa Colonna), e numero d'inventario '215', dipinto a colore bianco, Barberini.
Provenance
Roma, Collezioni Colonna e Barberini, tra Sei e Settecento (cf. qui il commento alla scheda del lotto).
Literature
M. Aronberg Lavin, Seventeenth Century Barberini documents and inventories of art, New York, 1975, passim (attribuito a della Corgna e già presente nelle collezioni Barberini dal 1638).
Il dipinto è evidentemente il 'Lot con le figlie' già en pendant con un 'Sansone e Dalila', pagati 225 scudi a della Corgna il 12 gennaio 1639 dal Cardinale Antonio Barberini Juniore. La stessa opera ricorre in seguito negli inventari della famiglia Barberini (cf. M. Aronberg Lavin, Seventeenth Century Barberini Documents and Inventories of Art, New York, 1975, p. 11 n. 91; p. 158, inv. IV (1644), 44, n. 8; p. 308, inv. IV, 71, n. 327 (1671) e passim).
Special notice
Total Premium Hammer Price 22.5% on the hammer price of the first ITL.200.000.000 (€130.000) 18.5% for any amount in excess of ITL.200.000.000 (€130.000)
Sale room notice
Bibliografia:
M. Aronberg Lavin, Seventeenth Century Barberini documents and inventories of art, New York, 1975, passim (attribuito a della Corgna e già presente nelle collezioni Barberini dal 1638).

Il dipinto è evidentemente il 'Lot con le figlie' già en pendant con un 'Sansone e Dalila', pagati 225 scudi a della Corgna il 12 gennaio 1639 dal Cardinale Antonio Barberini Juniore. La stessa opera ricorre in seguito negli inventari della famiglia Barberini (cf. M. Aronberg Lavin, Seventeenth Century Barberini Documents and Inventories of Art, New York, 1975, p. 11 n. 91; p. 158, inv. IV (1644), 44, n. 8; p. 308, inv. IV, 71, n. 327 (1671) e passim).

Per il presente dipinto è stata avanzata una proposta di notifica
da parte del Ministero dei Beni Culturali.

Lot Essay

Siamo grati alla Dottoressa Lorenza Mochi Onori, che ha voluto cortesemente comunicarci sia l'attribuzione del presente dipinto ad Antonio della Corgna - da lei per la prima volta formulata - sia il fatto che esso va identificato con un'opera inventariata prima presso le Collezioni Colonna e poi giunta nella Collezione Barberini a seguito di divisioni ereditarie. La Dottoressa Mochi Onori ha in preparazione un saggio sul presente dipinto, su cui darà un resoconto dettagliato delle vicende collezionistiche, una proposta di datazione e un inquadramento dei caratteri stilistici. Poco noto anche agli studi sino a tempi relativamente recenti, di fatto Antonio della Corgna fu uno degli esponenti di punta del milieu artistico romano legato alla famiglia Barberini. Consultato nel 1635 dal Duca Vittorio Amedeo I di Savoia, il suo ambasciatore a Roma, Conte Ludovico d'Agliè, chiese a sua volta al Duca di Créqui (ambasciatore di Francia) di indicargli un esperto in grado di stimare le collezioni ducali a Torino. Il Duca di Créqui indicò della Corgna, il quale aveva già valutato le collezioni di scultura e di pittura di Casa Ludovisi. La scelta di della Corgna fu motivata dal fatto che, secondo il d'Agliè, "Il suo sapere è più nel giudicare che nell'operare di propria mano" (cf. A. Baudi di Vesme, L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, II, Torino, 1966, p. 404; A. Boidi Sassone, Una lettera del pittore Antonio Della Cornia, in 'Studi piemontesi', 21, 1992, n.1, p. 135; M. Di Macco, La pittura del Seicento nel Piemonte Sabaudo, in AA.VV., La pittura in Italia. Il Seicento, Milano, 1969, I, pp. 53-54). In realtà della Corgna fu anche un valido e introdotto pittore professionista, Accademico di San Luca sin dal 1634, del quale si registrano opere in inventari sabaudi, in collezioni aristocratiche e in chiese romane, come il dipinto qui offerto o la 'Assunta' a San Francesco a Ripa [cf. F. Titi, Studio di Pittura, Scoltura et Architettura, nelle Chiese di Roma (1674-1763), edizione comparata a cura di B. Contardi e S. Romano, Firenze, 1987, p. 29. Per un sommario dell'attività del pittore cf. voce 'Cornia, della, Antonio', in Thieme-Becker Kuenstlerlexikon, VII, Leipzig, 1912; e soprattutto M. Di Macco, Note su Antonio Mariani detto della Corgna: pittore "insigne nel copiare" e "stimatore delle pitture", in AA.VV., Studi in onore di Giulio Carlo Argan, Scandicci (Firenze), 1994, pp. 192-217]. Il presente dipinto denota un oculato bilanciamento di elementi emiliani e tenebrismo caravaggesco, segno della complessa cultura figurativa di della Corgna. Secondo la Dottoressa Mochi Onori l'opera è databile verso la fine del quarto decennio del Seicento, dopo il rientro del pittore a Roma da Torino (4 luglio 1635).