Lot Essay
Siamo grati alla Dottoressa Lorenza Mochi Onori, che ha voluto cortesemente comunicarci sia l'attribuzione del presente dipinto ad Antonio della Corgna - da lei per la prima volta formulata - sia il fatto che esso va identificato con un'opera inventariata prima presso le Collezioni Colonna e poi giunta nella Collezione Barberini a seguito di divisioni ereditarie. La Dottoressa Mochi Onori ha in preparazione un saggio sul presente dipinto, su cui darà un resoconto dettagliato delle vicende collezionistiche, una proposta di datazione e un inquadramento dei caratteri stilistici. Poco noto anche agli studi sino a tempi relativamente recenti, di fatto Antonio della Corgna fu uno degli esponenti di punta del milieu artistico romano legato alla famiglia Barberini. Consultato nel 1635 dal Duca Vittorio Amedeo I di Savoia, il suo ambasciatore a Roma, Conte Ludovico d'Agliè, chiese a sua volta al Duca di Créqui (ambasciatore di Francia) di indicargli un esperto in grado di stimare le collezioni ducali a Torino. Il Duca di Créqui indicò della Corgna, il quale aveva già valutato le collezioni di scultura e di pittura di Casa Ludovisi. La scelta di della Corgna fu motivata dal fatto che, secondo il d'Agliè, "Il suo sapere è più nel giudicare che nell'operare di propria mano" (cf. A. Baudi di Vesme, L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, II, Torino, 1966, p. 404; A. Boidi Sassone, Una lettera del pittore Antonio Della Cornia, in 'Studi piemontesi', 21, 1992, n.1, p. 135; M. Di Macco, La pittura del Seicento nel Piemonte Sabaudo, in AA.VV., La pittura in Italia. Il Seicento, Milano, 1969, I, pp. 53-54). In realtà della Corgna fu anche un valido e introdotto pittore professionista, Accademico di San Luca sin dal 1634, del quale si registrano opere in inventari sabaudi, in collezioni aristocratiche e in chiese romane, come il dipinto qui offerto o la 'Assunta' a San Francesco a Ripa [cf. F. Titi, Studio di Pittura, Scoltura et Architettura, nelle Chiese di Roma (1674-1763), edizione comparata a cura di B. Contardi e S. Romano, Firenze, 1987, p. 29. Per un sommario dell'attività del pittore cf. voce 'Cornia, della, Antonio', in Thieme-Becker Kuenstlerlexikon, VII, Leipzig, 1912; e soprattutto M. Di Macco, Note su Antonio Mariani detto della Corgna: pittore "insigne nel copiare" e "stimatore delle pitture", in AA.VV., Studi in onore di Giulio Carlo Argan, Scandicci (Firenze), 1994, pp. 192-217]. Il presente dipinto denota un oculato bilanciamento di elementi emiliani e tenebrismo caravaggesco, segno della complessa cultura figurativa di della Corgna. Secondo la Dottoressa Mochi Onori l'opera è databile verso la fine del quarto decennio del Seicento, dopo il rientro del pittore a Roma da Torino (4 luglio 1635).