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Details
TASSO, Torquato (1544-1595). Eccezionale manoscritto autografo, a inchiostro bistro, contenente tre diversi testi tassiani: il folio (mm.275 x 200; filigrana raffigurante un trimonzio che sostiene un uccello, inscritto in un cerchio sovrastato dalla lettera B) riporta al recto il sonetto Alla figlia di Carlo, augusta madre (diciassette versi, gli ultimi quattro cancellati ma leggibili: sostanziose le varianti rispetto alla Parte terza di Rime e prose, Venezia, Vasalini, 1583; le varianti paiono indirizzare alla redazione che appare postuma nell'edizione di Marc'Antonio Foppa, 1666) e al verso dieci righe che riportano appunti, in italiano e latino, dal De divinatione somnium di Aristotele e dal De intellectu di Tommaso d'Aquino; di seguito, dopo una riga bianca, un'ottava eroica (incipit Già l sesto anno volgea) in un primo momento adunata fra le primissime della Gerusalemme liberata, poi espunta (appare in una lettera di Scipione Gonzaga pubblicata come n° 49 dal Guasti, prima delle "Lettere poetiche"; l'ottava è altresì la prima nell'elenco delle ottave rifiutate del poema).
STRAORDINARIO AUTOGRAFO TASSIANO. La prima sezione del foglio reca al recto il sonetto "A la figlia di Carlo augusta madre" (Rime, 779), privo di una soluzione certa per il verso conclusivo e con numerose varianti sia rispetto agli altri manoscritti noti sia rispetto alle stampe cinquecentesche (editio princeps: Venezia, Vasalini 1583); come già sottolineato, presenta alcuni punti di contatto con il testo tràdito nell'edizione a cura di Marco Antonio Foppa (Roma, 1666; ma si veda il testo e l'apparato nell'edizione Solerti, Bologna 1898-1902, vol. III). Il componimento è databile al settembre-ottobre 1581 e venne scritto in occasione del passaggio per Padova, il 27 settembre 1581, di Maria d'Austria, la quale si recava in Spagna per rinchiudersi in un monastero. "Sonetto notevole", come lo definì Solerti nella sua Vita di Torquato Tasso (Torino: Loescher, 1895, vol.I, p.356), per alcuni riferimenti interni e le esplicite dichiarazioni in onore di Alfonso II e dello Speroni, presentati alla sovrana come glorie d'Italia. L'edizione Foppa delle rime tassiane si basava anche su un gran numero di testimoni autografi raccolti, per gusto collezionistico, dallo stesso Foppa e confluiti in massima parte nella Biblioteca Falconieri. Non si può perciò escludere, vista la notevole affinità tra il presente testo e la lezione Foppa del sonetto, che questa carta risultasse tra quelle effettivamente visionate da Foppa nell'allestire la sua edizione, successivamente disperse con la alienazione della biblioteca Falconieri.
Al verso, le note su Aristotele e S.Tommaso necessiteranno accurati raffronti con gli studi attestati dai postillati del Tasso, che hanno avuto nuovo vigore in anni recenti.
Di grande interesse l'ottava pertinente al primo canto della Liberata, che fu oggetto di accurata riflessione nel corso della correzione del poema (vd. Lettere poetiche, ed. Molinari, n. XXII, pp. 187-188) per poi essere scartata a favore del testo vulgato che si legge ora in Liberata I, 6, nonché in Conquistata, I, 27.
Si trattava di un'ottava-chiave nella struttura del poema, in quanto implicava l'adozione di un diverso esito affabulatorio della narrazione, e per questo oggetto di continui ripensamenti autoriali nel tempo. Il presente testimone, accuratamente studiato, potrebbe rivelare interessanti sviluppi proprio in merito alle fasi compositive della Liberata, con spostamenti significativi di tessere compositive nella diacronia dell'elaborazione finale, tra Liberata e Conquistata.
STRAORDINARIO AUTOGRAFO TASSIANO. La prima sezione del foglio reca al recto il sonetto "A la figlia di Carlo augusta madre" (Rime, 779), privo di una soluzione certa per il verso conclusivo e con numerose varianti sia rispetto agli altri manoscritti noti sia rispetto alle stampe cinquecentesche (editio princeps: Venezia, Vasalini 1583); come già sottolineato, presenta alcuni punti di contatto con il testo tràdito nell'edizione a cura di Marco Antonio Foppa (Roma, 1666; ma si veda il testo e l'apparato nell'edizione Solerti, Bologna 1898-1902, vol. III). Il componimento è databile al settembre-ottobre 1581 e venne scritto in occasione del passaggio per Padova, il 27 settembre 1581, di Maria d'Austria, la quale si recava in Spagna per rinchiudersi in un monastero. "Sonetto notevole", come lo definì Solerti nella sua Vita di Torquato Tasso (Torino: Loescher, 1895, vol.I, p.356), per alcuni riferimenti interni e le esplicite dichiarazioni in onore di Alfonso II e dello Speroni, presentati alla sovrana come glorie d'Italia. L'edizione Foppa delle rime tassiane si basava anche su un gran numero di testimoni autografi raccolti, per gusto collezionistico, dallo stesso Foppa e confluiti in massima parte nella Biblioteca Falconieri. Non si può perciò escludere, vista la notevole affinità tra il presente testo e la lezione Foppa del sonetto, che questa carta risultasse tra quelle effettivamente visionate da Foppa nell'allestire la sua edizione, successivamente disperse con la alienazione della biblioteca Falconieri.
Al verso, le note su Aristotele e S.Tommaso necessiteranno accurati raffronti con gli studi attestati dai postillati del Tasso, che hanno avuto nuovo vigore in anni recenti.
Di grande interesse l'ottava pertinente al primo canto della Liberata, che fu oggetto di accurata riflessione nel corso della correzione del poema (vd. Lettere poetiche, ed. Molinari, n. XXII, pp. 187-188) per poi essere scartata a favore del testo vulgato che si legge ora in Liberata I, 6, nonché in Conquistata, I, 27.
Si trattava di un'ottava-chiave nella struttura del poema, in quanto implicava l'adozione di un diverso esito affabulatorio della narrazione, e per questo oggetto di continui ripensamenti autoriali nel tempo. Il presente testimone, accuratamente studiato, potrebbe rivelare interessanti sviluppi proprio in merito alle fasi compositive della Liberata, con spostamenti significativi di tessere compositive nella diacronia dell'elaborazione finale, tra Liberata e Conquistata.
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