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(Stato Pontificio) REALI d'EUROPA al Cardinal FINI. Francesco Antonio FINI (1669-1743), di umili origini pugliesi, ebbe la fortuna di prestare servizio presso l'Arcivescovo Orsini a Benevento quando questi, nel 1724, salì al Soglio Pontificio col nome di Benedetto XI: del quale il Fini, intrigante e torbido ma anche scaltro amministratore, divenne una specie di plenipotenziario campano, per poi seguire il suo padrone alla Corte di Roma (insieme a diversi altri spregiudicati personaggi, componenti il clan dei "beneventani"). Da quel momento la sua carriera subisce una brusca accelerazione: arcivescovo di Damasco, esaminatore dei vescovi, maestro di camera del Pontefice, infine Cardinale (dal gennaio del '28) col titolo di Santa Maria in Via. Alla morte di papa Orsini, nel '30, inizia prevedibilmente la sua parabola discendente; accusato di malversazioni varie ed emarginato dalla Corte, si ritirò a Napoli (ma partecipò comunque al Conclave del 1740). Charles De Brosses lo definì "cardinale dell'inferno, in origine cameriere". Fu un protagonista del suo tempo, al centro di intrighi diplomatici di ogni tipo; e non sorprende che a lui si rivolgessero governanti e teste coronate di tutt'Europa. Qui sono comprese, in particolare, una lettera (con firma di segretario) di LUIGI XV di FRANCIA, due lettere firmate di STANISLAO (e una di CATERINA) di POLONIA, tre di MARIA GIUSEPPA di SASSONIA, due di CARLO Elettore del PALATINATO, due di FILIPPO CARLO Elettore del PALATINATO, due di AUGUSTO di SASSONIA e POLONIA, quattro di EMANUELE (e tre di ELISABETTA TERESA) di SARDEGNA, cinque di CARLO ALBERTO di MONACO, due di CARLO delle DUE SICILIE, tre di MARIA di FRANCIA, cinque di JOAO (e cinque di MARIANNA) del PORTOGALLO. Il gotha della Vecchia Europa ai piedi dell'anima nera di papa Orsini. Insieme altamente istruttivo. (46)

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(Stato Pontificio) REALI d'EUROPA al Cardinal FINI. Francesco Antonio FINI (1669-1743), di umili origini pugliesi, ebbe la fortuna di prestare servizio presso l'Arcivescovo Orsini a Benevento quando questi, nel 1724, salì al Soglio Pontificio col nome di Benedetto XI: del quale il Fini, intrigante e torbido ma anche scaltro amministratore, divenne una specie di plenipotenziario campano, per poi seguire il suo padrone alla Corte di Roma (insieme a diversi altri spregiudicati personaggi, componenti il clan dei "beneventani"). Da quel momento la sua carriera subisce una brusca accelerazione: arcivescovo di Damasco, esaminatore dei vescovi, maestro di camera del Pontefice, infine Cardinale (dal gennaio del '28) col titolo di Santa Maria in Via. Alla morte di papa Orsini, nel '30, inizia prevedibilmente la sua parabola discendente; accusato di malversazioni varie ed emarginato dalla Corte, si ritirò a Napoli (ma partecipò comunque al Conclave del 1740). Charles De Brosses lo definì "cardinale dell'inferno, in origine cameriere". Fu un protagonista del suo tempo, al centro di intrighi diplomatici di ogni tipo; e non sorprende che a lui si rivolgessero governanti e teste coronate di tutt'Europa. Qui sono comprese, in particolare, una lettera (con firma di segretario) di LUIGI XV di FRANCIA, due lettere firmate di STANISLAO (e una di CATERINA) di POLONIA, tre di MARIA GIUSEPPA di SASSONIA, due di CARLO Elettore del PALATINATO, due di FILIPPO CARLO Elettore del PALATINATO, due di AUGUSTO di SASSONIA e POLONIA, quattro di EMANUELE (e tre di ELISABETTA TERESA) di SARDEGNA, cinque di CARLO ALBERTO di MONACO, due di CARLO delle DUE SICILIE, tre di MARIA di FRANCIA, cinque di JOAO (e cinque di MARIANNA) del PORTOGALLO. Il gotha della Vecchia Europa ai piedi dell'anima nera di papa Orsini. Insieme altamente istruttivo. (46)
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