Chiabrera, Gabriello (1552-1638) - L'"altro canto" del secolo del Marino: il poeta di Savona, classicista e sobriamente elegante, sviluppò una cantabilità sopraffina e snervata che fu di straordinario influsso sull'elaborazione dei moduli metrici ed espressivi della poesia del secolo seguente. I suoi esordi, tuttavia, sono all'insegna di un gusto manierista fantasioso e sbrigliato, anche nei componimenti d'occasione più "trionfali" e "monumentali": che nei decenni seguenti daranno adito proprio ai poeti del Barocco di accedere alle delizie delle massime iperboli. Questo il carattere del volume Delle Canzoni Del Signor Gabriele Chiabrera Libro I, sorta di campionario della sua maniera giovanile pubblicato In Genova, Appresso Girolamo Bartoli, 1586, e dei successivi Delle Canzoni Del Signor Gabriele Chiabrera Libro Secondo, sempre Appresso Gierolamo Bartoli, 1587 e Delle Canzoni del S. Gabriele Chiabrera Libro III, sempre ivi, 1588 (rispettivamente di 58, 32 e 28 pp. n.n.). I tre volumetti sono legati insieme, coevamente, in tutta pergamena (volume particolarmente solido), e recano (specie i primi due) una serie di correzioni autoriali (evidentemente in vista di una ristampa complessiva della sua produzione giovanile) di immenso interesse. Vi si nota come il poeta intervenga a sciogliere certe torniture, sintattiche e metriche, sentite come troppo involute, e insomma si muova in direzione della cantabilità "anacreontica" che lo renderà celebre. Alcune volte l'intervento è massiccio, e comporta la riscrittura di interi versi, mentre altre volte, sempre lo stesso Chiabrera cerchia a penna alcune strofe di componimenti, non è ben chiaro se per indicarseli a fini di completa riscrittura, o per segnalarne la lettura a un altro, privilegiato lettore. Il volume, in ogni caso, è una preziosa rarità, che consente allo studioso di entrare davvero nell'officina del poeta e scoprire "come lavorava il Chiabrera".

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Chiabrera, Gabriello (1552-1638) - L'"altro canto" del secolo del Marino: il poeta di Savona, classicista e sobriamente elegante, sviluppò una cantabilità sopraffina e snervata che fu di straordinario influsso sull'elaborazione dei moduli metrici ed espressivi della poesia del secolo seguente. I suoi esordi, tuttavia, sono all'insegna di un gusto manierista fantasioso e sbrigliato, anche nei componimenti d'occasione più "trionfali" e "monumentali": che nei decenni seguenti daranno adito proprio ai poeti del Barocco di accedere alle delizie delle massime iperboli. Questo il carattere del volume Delle Canzoni Del Signor Gabriele Chiabrera Libro I, sorta di campionario della sua maniera giovanile pubblicato In Genova, Appresso Girolamo Bartoli, 1586, e dei successivi Delle Canzoni Del Signor Gabriele Chiabrera Libro Secondo, sempre Appresso Gierolamo Bartoli, 1587 e Delle Canzoni del S. Gabriele Chiabrera Libro III, sempre ivi, 1588 (rispettivamente di 58, 32 e 28 pp. n.n.). I tre volumetti sono legati insieme, coevamente, in tutta pergamena (volume particolarmente solido), e recano (specie i primi due) una serie di correzioni autoriali (evidentemente in vista di una ristampa complessiva della sua produzione giovanile) di immenso interesse. Vi si nota come il poeta intervenga a sciogliere certe torniture, sintattiche e metriche, sentite come troppo involute, e insomma si muova in direzione della cantabilità "anacreontica" che lo renderà celebre. Alcune volte l'intervento è massiccio, e comporta la riscrittura di interi versi, mentre altre volte, sempre lo stesso Chiabrera cerchia a penna alcune strofe di componimenti, non è ben chiaro se per indicarseli a fini di completa riscrittura, o per segnalarne la lettura a un altro, privilegiato lettore. Il volume, in ogni caso, è una preziosa rarità, che consente allo studioso di entrare davvero nell'officina del poeta e scoprire "come lavorava il Chiabrera".