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Per quanto Arnaldo Pomodoro abbia costruito forme a disco per pi di vent'anni e quindi sia inevitabile una certa ricapitolazione del suo repertorio, queste forme continuano ad offrire opportunit apparentemente infinite di invenzioni nuove. Sembra che il disco sia una forma che gli consente una superficie ideale per il suo particolare sistema di spaccature e fenditure e per una continua variazione di segni contrastanti che creano disegni drammaticamente mutevoli nei giochi di luce e ombra. L'opera, realizzata in sei esemplari, il bozzetto del "Disco Solare", scultura donata al presidente Gorbaciov durante la sua prima visita in Italia nel 1989 e successivamente installato a Mosca di fronte al Palazzo della Giovent nel 1991.
Lo squarcio violento che lo scultore opera sulla superficie del bronzo genera una forma perfetta, la forma della piramide, il pi antico tra i moduli figurativi. Imprimendo energia alla colata del bronzo, rende dinamica e vitale l'inerzia della materia, e attraverso lacerazioni e rotture ne determina il potenziale dinamismo, quasi una forza prorompente dall'interno all'esterno. Nello squarcio la massa metallica anche intersecata da un fitto intreccio di segmenti simile a fibre nervose e a rigidi modelli costruttivisti.
I rilievi sempre pi accentuati e le superfici cos altamente levigate e specchianti, traducono con forza le loro variabili luminosit e articolazioni formali, tecnologia e vibrazioni naturali, la certezza della geometria e l'ansia umana di fronte agli eventi che incalzano.
Senza perdere mai di vista la validit delle forme storiche, l'opera di Pomodoro dimostra una magistrale fluidit, la presenza di una dialettica mobile e tuttavia costante fra le forme del passato e le forme del presente, fra la storia, il mito e un'acuta sensibilit della nostra epoca.
Nella concezione dell'artista, gli squarci radiali del disco intendono evocare il celebre disegno anatomico di Leonardo da Vinci, dell'uomo a braccia e gambe tese iscritto in un cerchio. La tensione generata dagli squarci ha il suo fondamento nell'analogo gioco plastico che Michelangelo adopera nella torsione dei corpi delle sue sculture. Nella metafora umanistica sta infatti il punto focale di Arnaldo Pomodoro. Egli stesso ha dichiarato che nelle sagome del disco insita l'idea della "forma perfetta e magica" che egli tuttavia infrange con la volont di rintracciare e scoprire i "fermenti interni, vivi, puri e misteriosi" che la materia contiene in s".
E' con un'opera come questa che Pomodoro, corrodendo e ferendo la materia, suggerisce il passaggio del tempo e i turbamenti della societ moderna, di cui attento osservatore.
Lo squarcio violento che lo scultore opera sulla superficie del bronzo genera una forma perfetta, la forma della piramide, il pi antico tra i moduli figurativi. Imprimendo energia alla colata del bronzo, rende dinamica e vitale l'inerzia della materia, e attraverso lacerazioni e rotture ne determina il potenziale dinamismo, quasi una forza prorompente dall'interno all'esterno. Nello squarcio la massa metallica anche intersecata da un fitto intreccio di segmenti simile a fibre nervose e a rigidi modelli costruttivisti.
I rilievi sempre pi accentuati e le superfici cos altamente levigate e specchianti, traducono con forza le loro variabili luminosit e articolazioni formali, tecnologia e vibrazioni naturali, la certezza della geometria e l'ansia umana di fronte agli eventi che incalzano.
Senza perdere mai di vista la validit delle forme storiche, l'opera di Pomodoro dimostra una magistrale fluidit, la presenza di una dialettica mobile e tuttavia costante fra le forme del passato e le forme del presente, fra la storia, il mito e un'acuta sensibilit della nostra epoca.
Nella concezione dell'artista, gli squarci radiali del disco intendono evocare il celebre disegno anatomico di Leonardo da Vinci, dell'uomo a braccia e gambe tese iscritto in un cerchio. La tensione generata dagli squarci ha il suo fondamento nell'analogo gioco plastico che Michelangelo adopera nella torsione dei corpi delle sue sculture. Nella metafora umanistica sta infatti il punto focale di Arnaldo Pomodoro. Egli stesso ha dichiarato che nelle sagome del disco insita l'idea della "forma perfetta e magica" che egli tuttavia infrange con la volont di rintracciare e scoprire i "fermenti interni, vivi, puri e misteriosi" che la materia contiene in s".
E' con un'opera come questa che Pomodoro, corrodendo e ferendo la materia, suggerisce il passaggio del tempo e i turbamenti della societ moderna, di cui attento osservatore.