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細節
CROCE, Benedetto (1866-1952). Gi diverse volte, negli ultimi anni, Christie's ha presentato consistenti porzioni dell'archivio del grande filosofo e letterato: mostrando come, nelle diverse epoche attraversate dalla sua multiforme e instancabile attivit scientifica e pubblicistica, l'officina di Croce seguisse norme redazionali, per cos dire, estremamente precise, e improntate alla massima efficienza. Specie dall'inizio della collaborazione organica con l'editore barese Laterza, quella di Croce si trasform in una vera e propria "fabbrica del pensiero" - tale da far pensare a certe pratiche "seriali" dei poligrafi manieristi e barocchi che proprio Croce recuper alla storia letteraria del nostro paese (sia pure, com' noto, il pi delle volte per deprecarli). In questa occasione, la quantit dei materiali straordinaria, e cos pure la loro cesione, quanto meno nell'arcata cronologica. Si tratta infatti, per la maggior parte, di scritti crociani dell'ultimo periodo, tra gli anni Trenta e il tramonto finale (che fu estremamente fitto, com' assai noto, di interventi di tutti i tipi). Si conservano in totale ben 61 manoscritti crociani, fra autografi e prime bozze in colonna con ricche correzioni autografe, di entit variabile fra le due e le 30 pagine ciascuno, per lo pi 4o, pi una piccola collezione di cimeli, comprendente oggetti di culto come l'estratto originale dell'atto di nascita, tessere di appartenenza a varie istituzioni culturali, cinque lettere e minute autografe, varie missive a lui indirizzate, ecc.): di interventi pi o meno celebri, fra i quali ricordiamo soltanto Intorno alla critica e storiografia, Osservazioni sulla metodologia storica, Architettura come copia di una realt, Contro la storia universale, La critica letteraria italiana, La storicit della verit, Petrarca (Il sogno dell'amore superante la passione), Intorno alla cosiddetta critica stilistica, La determinatezza dell'espressione poetica, Filosofia e religione, Lo storicismo e la rivoluzione mentale dell'et moderna, eccetera eccetera. Estremamente affascinanti sono poi alcuni fascicoletti manoscritti, evidentemente dell'ultimissimo periodo di lavoro di Croce, che non sono ancora riuniti sotto un titolo preciso, bens sotto convenzionali lettere dell'alfabeto greco (delta, pi, ro, sigma) che raggruppano appunti pi o meno fra loro congruenti (ma che non fecero in tempo, evidentemente, a raggiungere la fase redazionale dell'"articolo"). Si tratta dunque del primissimo germe di pensiero del filosofo, colto al brividare istantaneo della sua genesi (raccogliendosi attorno a una lettura, a un'osservazione, a un frammento di conversazione; affascinante, ad esempio, il pi esteso gruppo "Sigma", di 23 pagine 8o, che prende le mosse dall'attenta lettura di un'opera dell'antropologo Ernesto De Martino): e per di pi in un momento tutt'affatto particolare come quello del lungo addio dato al proprio domicilio terreno.
A questo straordinario archivio manoscritto, poi da aggiungere un altrettanto sterminato fondo librario. Si tratta, probabilmente, della biblioteca di argomento crociano in assoluto pi completa: comprendente pi di 400 titoli, constanti soprattutto nella bibliografia "primaria" dell'Autore (ivi compresi anche titoli estremamente rari: come l'edizione Pierro, del 1891, de I teatri di Napoli, contenente anche una lettera autografa dell'autore; oppure la comune edizione laterziana de La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza, seconda edizione del 1922, arricchita per da importanti postille autografe dell'autore apposte su una copia evidentemente di lavoro, in preparazione della terza edizione uscita nel secondo dopoguerra; oppure la prima edizione, fuori commercio, del Contributo alla critica di me stesso, stampato in riproduzione dell'autografo in soli 100 esemplari nel 1918 - quella presente la copia con dedica autografa di Croce al fratello Alfonso; o ancora la prima edizione dell'introduzione al Cunto de li cunti di Basile, edita in soli 50 esemplari nel 1891, anch'essa accompagnata da invio autografo dell'autore; e, sempre del Basile, l'edizione di lusso della traduzione del Pentamerone, 60 esemplari del 1925; o due copie della plaquette contenente la canzone di Vico Affetti di un disperato, proposta da Mardersteig in 200 esemplari di lusso nel 1948; e in genere molte opere con dedica autografa dell'autore), ma molto ricca anche per quanto riguarda la bibliografia "secondaria" (ossia di opere dedicate al pensiero e all'opera di Croce). Una parte notevole di questo archivio di opere a stampa quella relativa a singoli ritagli o estratti da giornali e riviste, contenente articoli e saggi crociani: una sezione di eccezionale valore, per la ricostruzione anche filologica dell'interminabile lavoro di correzione e ampliamento al quale il Croce continu per tutta la vita a sottoporre i propri stessi scritti: si va dalla rara "Opinione letteraria" del 1882 (saggi su Saverio Bettinelli) al "Mattino" degli anni '90 (che contiene pochissimo note polemiche "cittadine"), da una ricca collezione del "Giornale d'Italia", al quale Croce collabor continuativamente lungo tutti gli anni Dieci, sino agli organi del liberalesimo, ai quali Croce collabora gi durante la Seconda Guerra Mondiale, e poi fittamente nel secondo dopoguerra: dal raro "Il Mondo Libero" (pubblicato dai servizi d'informazione angloamericani nel 1943) al quotidiano napoletano "La libert" (numerosi articoli nel 1944), sino a quello romano, assai fortunato, "Risorgimento liberale" (articoli del '44-45), e al "Giornale" di Napoli (1945).
In conclusione, ci troviamo di fronte al pi vasto e organico archivio di materiali crociani che sia rimasto al di fuori delle collezioni pubbliche: il cui studio e la cui valorizzazione resta un compito imprescindibile per chiunque voglia approfondire la personalit e l'eredit culturale di uno dei grandi protagonisti del Novecento: non solo italiano.
A questo straordinario archivio manoscritto, poi da aggiungere un altrettanto sterminato fondo librario. Si tratta, probabilmente, della biblioteca di argomento crociano in assoluto pi completa: comprendente pi di 400 titoli, constanti soprattutto nella bibliografia "primaria" dell'Autore (ivi compresi anche titoli estremamente rari: come l'edizione Pierro, del 1891, de I teatri di Napoli, contenente anche una lettera autografa dell'autore; oppure la comune edizione laterziana de La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza, seconda edizione del 1922, arricchita per da importanti postille autografe dell'autore apposte su una copia evidentemente di lavoro, in preparazione della terza edizione uscita nel secondo dopoguerra; oppure la prima edizione, fuori commercio, del Contributo alla critica di me stesso, stampato in riproduzione dell'autografo in soli 100 esemplari nel 1918 - quella presente la copia con dedica autografa di Croce al fratello Alfonso; o ancora la prima edizione dell'introduzione al Cunto de li cunti di Basile, edita in soli 50 esemplari nel 1891, anch'essa accompagnata da invio autografo dell'autore; e, sempre del Basile, l'edizione di lusso della traduzione del Pentamerone, 60 esemplari del 1925; o due copie della plaquette contenente la canzone di Vico Affetti di un disperato, proposta da Mardersteig in 200 esemplari di lusso nel 1948; e in genere molte opere con dedica autografa dell'autore), ma molto ricca anche per quanto riguarda la bibliografia "secondaria" (ossia di opere dedicate al pensiero e all'opera di Croce). Una parte notevole di questo archivio di opere a stampa quella relativa a singoli ritagli o estratti da giornali e riviste, contenente articoli e saggi crociani: una sezione di eccezionale valore, per la ricostruzione anche filologica dell'interminabile lavoro di correzione e ampliamento al quale il Croce continu per tutta la vita a sottoporre i propri stessi scritti: si va dalla rara "Opinione letteraria" del 1882 (saggi su Saverio Bettinelli) al "Mattino" degli anni '90 (che contiene pochissimo note polemiche "cittadine"), da una ricca collezione del "Giornale d'Italia", al quale Croce collabor continuativamente lungo tutti gli anni Dieci, sino agli organi del liberalesimo, ai quali Croce collabora gi durante la Seconda Guerra Mondiale, e poi fittamente nel secondo dopoguerra: dal raro "Il Mondo Libero" (pubblicato dai servizi d'informazione angloamericani nel 1943) al quotidiano napoletano "La libert" (numerosi articoli nel 1944), sino a quello romano, assai fortunato, "Risorgimento liberale" (articoli del '44-45), e al "Giornale" di Napoli (1945).
In conclusione, ci troviamo di fronte al pi vasto e organico archivio di materiali crociani che sia rimasto al di fuori delle collezioni pubbliche: il cui studio e la cui valorizzazione resta un compito imprescindibile per chiunque voglia approfondire la personalit e l'eredit culturale di uno dei grandi protagonisti del Novecento: non solo italiano.