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D'ANNUNZIO, Gabriele (1863-1938). Curioso cimelio dannunziano, tipico della sua arte calligrafica. Si tratta del documento originale di fondazione della COMPAGNIA DEL RETAGGIO, un'associazione che, all'indomani della Grande Guerra, intendeva riunire 'tutti i sinceri spiriti italiani che considerano come un alto dovere nazionale lo sforzo di preservare di rinnovellare e di propagare i pi schietti caratteri della razza e le pi costanti impronte della tradizione', promuovendo una serie di imprese artigianali, di scuole e di botteghe pensate nello spirito delle compagnie comunali e rinascimentali. L'associazione si poneva sotto il patrocinio di Casa Savoia, e infatti VITTORIO EMANUELE III appone in fondo alla carta di fondazione la sua firma, che resta per la sola. D'Annunzio, che della COMPAGNIA DEL RETAGGIO avrebbe dovuto fungere da public relation man e, in questa fase iniziale, pure da segretario, si impegna a scrivere nella sua maniera pi fastosa le prime due pagine, alternando inchiostro nero e rosso; ma della Compagnia, in pratica, finisce per restare solo questo fastoso, non conseguente atto fondativo (ospitato in un grande quaderno pergamenaceo arrotolato di sette grandi pagine numerate a mano, di cm 58 x 45, legate con fogli di guardia in pergamena spessa e legacci in pelle). Dopo le due pagine di magniloquente auspicio, la desolazione delle cinque pagine restate vuote. E' il 1921, del resto, e da tempo si affacciato alla ribalta chi dei 'pi schietti caratteri della razza' creder, di qui a poco, di ergersi a interprete sommo (e unico autorizzato). D'Annunzio, lui, avr sempre qualcos'altro da fare.