Enrico Castellani (N. 1930)
Enrico Castellani (N. 1930)

Senza titolo

Details
Enrico Castellani (N. 1930)
Senza titolo
olio su tela estroflessa
cm 50x50
Eseguito nel 1961
Provenance
Galleria Schwarz, Milano
Exhibited
Ravenna, Pinacoteca, Enrico Castellani, giugno - settembre 1984, cat., p. 16 (illustrato)

Lot Essay

In una realtà artistica complessa, come quella che si respira tra gli anni '50 e gli anni '60, in cui l'arte si riduce al gesto, l'opera alla materia non formata, ma tuttavia animata e significante; in un periodo in cui l'arte non ha più alcun rapporto con la società e il suo linguaggio è regressione dall'oggetto, esistenza allo stato puro, Enrico Castellani con Manzoni e Vincenzo Agnetti, dà vita a Milano nel 1959, alla rivista "Azimuth" e alla galleria dello stesso nome; esponendo, attraverso la sua produzione artistica, una poetica che si pone agli antipodi del Surrealismo e dell'Informale, quindi del loro intento di fermare sulla tela attimi di flusso esistenziale e porzioni di spazio infinito.
Sia le Superifici di Castellani sia gli Achrome di Manzoni esprimono un desiderio di raggiungere uno spazio mentale che esclude tutte le espressioni figurative, materiche e gestuali, priviligiando il potere della creazione dell'artista.
Esplorando poi le possibilità ottiche delle superficie, Castellani intende sviluppare il rivoluzionario Concetto Spaziale di Fontana, servendosi della relazione tra spazio e luce con elementi dinamici nella definizione del processo creativo.
Il metodo che usa è molto semplice: dispone in una serie di file delle unghie per creare una sequenza di protuberanze che vengono ricoperte da una tela allungata e tesata.
Osservando quest'opera lo spettatore rimane magnetizzato dalle blande ondulazioni che riflettono la luce attraverso la superficie della tela.