Felice Casorati (1883-1963)
Felice Casorati (1883-1963)

La saltimbanca

細節
Felice Casorati (1883-1963)
La saltimbanca
firmato e datato in basso a destra Casorati 1932
olio su tavola
cm 46x49
Eseguito nel 1932
來源
Collezione Vittorio Barbaroux, Milano
Galleria La Bussola, Torino
Galleria La Navicella, Viareggio
出版
G. Hess, Artisti Contemporanei. Il pittore Felice Casorati, in "Emporium", febbraio 1942, p. 57 (illustrato)
G. Bertolino - F. Poli, Catalogo Generale delle opere di Felice Casorati, Torino 1995, vol. I, p. 337, n. 488; vol. II, n. 488 (illustato)
展覽
Venezia, XXI Biennale Internazionale d'Arte, 1938, n. 138
Milano, Galleria Gian Ferrari, Mostra ciclica di Felice Casorati, giugno 1959
Torino, Galleria La Nuova Gissi, Felice Casorati - Opere scelte 1907-1963, 19 novembre 1999 - 19 gennaio 2000, n. 20 (illustrato a colori)

拍品專文

Alla Biennale di Venezia del 1938, dove il dipinto venne esposto insieme ad altre quindici opere, l'opera venne presentata con un titolo diverso da quello qui adottato e desunto dal Catalogo Ragionato. Nell'elenco delle opere presenti, infatti, non compare il titolo Saltimbanca, mentre il quadro è verosimilmente da identificare con la Ragazza alla finestra (titolo riportato anche in un'etichetta sul retro del dipinto) o, forse, con Ragazza nello studio. La partecipazione a questa biennale consente a Casorati di vincere il Gran premio di pittura, un riconoscimento che verrà attribuito successivamente anche a Morandi e a Carrà.
L'impostazione generale dell'opera ricalca uno degli schemi prediletti da Casorati fin dagli anni giovanili: ritratta all'interno dello studio, come lasciano supporre le grandi tele appoggiate alla parete di fondo, la modella è isolata al centro del dipinto. Il senso di solitudine che ricorre in molte delle opere dell'artista è qui accentuato dall'atteggiamento malinconico e riflessivo della modella, il cui volto è chinato verso il basso e sostenuto dal braccio sinistro. Come dimostra il confronto con opere eseguite nei decenni precedenti, Casorati ripete lo stesso impianto compositivo anche a distanza di anni. A differenza di molti artisti a lui contemporanei, più sensibile all'avvicendarsi delle mode e all'alterna fortuna dei vari movimenti artistici, egli rimane saldamente ancorato allo stesso mondo poetico, che ha già una precisa definizione alla fine degli anni dieci. Nel 1910, quando gravitava intorno all'ambiente di Cà Pesaro, ebbe modo ad esempio di incontrare a Padova Boccioni, ma, come egli ebbe modo di affermare più tardi "non fui preso dal contagio del suo entusiasmo". La critica ha più volte sottolineato la posizione isolata di Casorati nel contesto del panorama artistico italiano, ma più che di effettivo isolamento sembra più corretto parlare di una ricerca coerente e rigorosa, che approfondisce le stesse tematiche anche a distanza di anni. Casorati ebbe infatti una posizione di primo piano all'interno del Novecento italiano, il gruppo guidato da Margherita Sarfatti, e il suo linguaggio, così personale ed inconfondibile, non fu certo esente dalle suggestioni della Metafisica e dei Valori Plastici. Nel 1931, un anno prima di eseguire questo dipinto, pubblica un testo in cui esplicita con grande chiarezza la propria concezione artistica. Egli sottolinea "il valore della forma, dei piani, dei volumi, ottenuto per mezzo di un colore tonale non realistico ed insomma di quella che può dirsi l'architettura del quadro, in senso musicale o lirico e non certo decorativo o puramente formale" e aggiunge: "io adoro le forme statiche: e poiché la mia pittura nasce, per così dire, dall'interno e mai trova origine dalla mutevole impressione, è ben naturale che queste forme statiche e non le mobili immagini della passione si trovino nelle mie figure. Perciò io sono lontano dalla vita".