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Belli, Giuseppe Gioachino (1791-1863) e altri - Splendido "liber amicorum" appartenuto alla marchesa Maria Bandini, con magnifica legatura d'epoca con serratura. Il volume (121 pp. numerate in-8 gr., delle quali 51 scritte) è una tipica raccolta di poesiole augurali che gli ospiti delle famiglie altolocate si compiacevano di donare loro: il più delle volte, la scoperta di questi oggetti di non eccelso gusto ci offre quindi la possibilità di integrare bibliografie anche prestigiose con nuovi lemmi. L'album in questione è poi di particolare interesse, poiché è composto quasi per intero di componimenti della cosiddetta "scuola romana" (Domenico Gnoli, Teresa Gnoli, Paolo Emilio Castagnola, G. Battista Maccari). Si aggiungono anche componimenti di altri ospiti della Marchesa Bandini, come il celebre storico Cesare Cantù, il diplomatico Cristoforo Negri (il fondatore della Società Geografica Italiana) e soprattutto del grandissimo Giuseppe Gioachino Belli, ai suoi dì massimo poeta romanesco di sempre ma già da molti anni ritiratosi in buon ordine dall'uso del suo formidabile strumento linguistico. Non si era ancora persa tuttavia la sua proverbiale vena satirica, dato che il sonetto in italiano che lascia sul carnet (e che dovrebbe essere inedito) si intitola appunto Gli album e prende bonariamente (ma non troppo) in giro la "moda oltramontana" per la quale "la Nencia, la Brigida, la Rosa ogni pulcella infine, vedova o sposa, bella o brutta che sia, saggia o balzana, bianco abbia un libro in forma graziosa e d'anglica materia o gallicana, e poi corre a tassar la specie umana dicendo: oh mi ci faccia qualcosa...".