METASTASIO, Pietro (nome grecizzato di Pietro TRAPASSI, 1698-1782). Bellissima, lunga (tre pagine 4o carré fittamente vergate, Vienna 12 Marzo 770) lettera autografa firmata del poeta Cesareo della Corte d'Asburgo. E' una delle sue lettere più celebri, colorita espressione dell'ennui pacato ma insistente, dal profondo della più dorata delle prigionie: Io sono ormai una annosa, logora e stanca machineta onde ben lontano d'esser atto a scrivere dissertazioni e trattati, e scartabellar indici e repertorj, mi trovo assai spesso estratto ad implorare l'indulgenza degli amici quando per povertà di vigore, divengo mio malgrado debitor moroso, anche nel semplice commercio degli ufficj civili... Seguono poi deliziosi scampoli di erudizione (Se si cerca quali in particolar fossero le offerte et i sacrificj che dagli Antichi si facevano a Venere, non può Ella stessa non ricordarsi che sono innumerabili. Rose, mirti, incensi, pesci, conche, colombe, e che so io?), di fine connoisseurship da archeologo dilettante - come tanti altri spiriti magni del tempo... (quel celebre marmoreo simulacro d'Amore, opera mirabile di Prassitele, che Cajo fece da Tespia trasportare a Roma, Claudio rimandò in Grecia, e che a Roma finalmente ricondotto di nuovo per ordine di Nerone, vi perì poi tra le fiamme). Magnifica.