Gennaro Greco, il Mascacotta (1663-1714)
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Gennaro Greco, il Mascacotta (1663-1714)

Capriccio architettonico di un loggiato di ordine corinzio presso una costa mediterranea, con una statua antica su alto basamento, un pittore al lavoro ed astanti vari

细节
Gennaro Greco, il Mascacotta (1663-1714)
Capriccio architettonico di un loggiato di ordine corinzio presso una costa mediterranea, con una statua antica su alto basamento, un pittore al lavoro ed astanti vari
olio su tela
cm 50x75
注意事项
Total Premium Hammer Price 22.5% on the hammer price of the first ITL.200.000.000 (€130.000) 18.5% for any amount in excess of ITL.200.000.000 (€130.000)

拍品专文

La vicenda artistica di Gennaro Greco si intreccia con le esperienze della pittura di capriccio e di scenografie a Napoli tra la fine del Seicento e la metà del secolo successivo. "Fu il primo mestiere di Gennaro Greco il dipinger tempiature a guazzo su le carte, nelle quali intrecciava belli ornamenti [...] Accadde, che fu portata una prospettiva ben dipinta, ma assai mal concia in casa di Andrea Maffei, detto correttamente Pò; [...] disse Gennaro, che ivi presente si trovava, aver egli l'animo di accomodarla; ed avendovi posta mano, gli riuscì felicemente il maneggiare i colori ad olio, che proferse farvi il compagno, come infatti eseguì, e gli riuscì così bene, che ebbero a maravigliarsi tutti coloro che si trovaron presenti a vederlo dipingere [...]. Da questo fortunato successo preso più animo Gennaro studiò di proposito l'opera famosa del P. Pozzi, di fresco uscita alla luce, ed impratichito di quelle ottime regole fece bellissimi quadri, tirando linee in vedute prospetiche con tanta intelligenza, che fu stupore di chi il sapeva guazzarolo sol di soffitte" (cf. B. de' Dominici, Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani, Napoli, 1742-44, III, p. 553-554). Associato alla prima notizia di una conoscenza della Perspectiva pictorum di Padre Andrea Pozzo (1693) in ambiente napoletano, Gennaro Greco coniuga il capriccio architettonico, la veduta e le architetture d'invenzione con gli esperimenti condotti tra il 1690 ed il 1720 nel campo della scenografia teatrale (Cf. G. Borrelli, Il Rococò napoletano, in 'Napoli Nobilissima', XVIII, fasc.VI, novembre-dicembre 1979, pp. 213-214).
Per l'attribuzione del presente dipinto cf. soprattutto le figure nelle 'Rovine in riva al mare' a Sorrento, Museo Correale e gli elementi paesistici di sfondo del 'Paesaggio con castello' a Napoli, Museo Duca di Martina (cf. N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal Barocco al Rococò, Napoli (1986), 1993, p. 173, nn. 338-339, pp. 404-405, figg. 412-413).
Il presente dipinto, pur tradendo anche una memoria dei loggiati di Viviano Codazzi nella esattezza della definizione delle architetture, appare pienamente settecentesco nell'impiego della luce e nell'ambientazione mediterranea, ed un ottimo esempio di quanto in tal senso sosteneva Herman Voss in un suo pionieristico articolo, inserendo Gennaro Greco tra i Panninesque Painters before Pannini (in 'Apollo', 3, 1926).