Andrea Procaccini (Roma 1671 - La Granja 1734), da Carlo Maratta
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Andrea Procaccini (Roma 1671 - La Granja 1734), da Carlo Maratta

Ritratto di Francesca Gommi Maratta, moglie di Carlo Maratta, a mezzo busto, con un disegno nella mano sinistra raffigurante Venere che forgia le frecce di Eros

Details
Andrea Procaccini (Roma 1671 - La Granja 1734), da Carlo Maratta
Ritratto di Francesca Gommi Maratta, moglie di Carlo Maratta, a mezzo busto, con un disegno nella mano sinistra raffigurante Venere che forgia le frecce di Eros
olio su tela
cm 90x72,6
Provenance
Probabilmente Roma, Casa Maratta, 1711, insieme con altre due copie del ritratto di Francesca Gommi Maratta eseguito da Carlo Maratta verso il 1701 ed ubicato nel casino di villeggiatura della famiglia Maratta ad Albano (Roma), almeno a partire dal 1704.
Special notice
Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's, for each lot, is calculated in the following way: 24% on the hammer price of the first € 110.000,00 18,5% on the hammer price for any amount in excess of € 110.000,00

Lot Essay

Il presente dipinto si situa nella complessa vicenda della sequenza di ritratti di Francesca Gommi Maratta eseguiti dal marito Carlo Maratta, il maggior pittore romano del suo tempo. Tale vicenda è stata indagata in un saggio di Stella Rudolph (cf. S. Rudolph, An instance of Time thwarted by love: Carlo Maratti's portrait of an unusual lady, in 'Labyrinthos', XI-XII,, 1992-93, pp. 191-213).
La prima versione del ritratto di Francesca Gommi dovrebbe essere stata eseguita intorno al 1701, ed è menzionata per la prima volta in un inventario del 1711 come ubicata nel Casino di villeggiatura di Albano, acquistato dai coniugi Maratta nel 1704 (cf. S. Rudolph, op. cit., p. 193). Tale versione, che è l'editio princeps del ritratto di Francesca Gommi, è stata pubblicata per la prima volta da Stella Rudoph nel suo già citato saggio del 1992, ed è stata esposta a Londra nel 1995 in una mostra della Walpole Gallery (Treasures of Italian Art. Works from the Fifteenth to the Eighteenth Century, catalogo, Londra, 1995, pp. 62-63, ill. a col.).
Discutendo del ritrovamento di questo dipinto, la Rudolph rileva come negli antichi inventari di casa Maratta siano elencate altre tre versioni del ritratto di Francesca Gommi già ad Albano, eseguite dal suo allievo Andrea Procaccini con tutta probabilità sotto il controllo diretto del maestro. Sicché, unitamente ai vari disegni dedicati all'effigie di Francesca Gommi, la serie dei vari ritratti di Maratta "constitutes a sort of family chronicle in imagery which, by virtue of its quality, variety and continuity supplies a penetrating testimonial of the artist's private life, a life fraught with vicissitudes that might well have compromised his standing and were discreetly glossed over in the official biography extending to 1696 compiled by his friend Bellori" (cf. S. Rudolph, op. cit., p. 193). La Rudolph (pp. 194-196) pone infatti l'accento sul fatto che, date le circostanze del matrimonio di Maratta con la Gommi - avvenuto dopo lunghi anni di convivenza e solo dopo la morte della prima moglie del pittore (1700) - il ritratto presso la Walpole Gallery assume un significato allegorico preciso mediante l'inserzione del piccolo dipinto a monocromo sorretto da Francesca Gommi, raffigurante 'Amore protegge la Bellezza dall'attacco del tempo', opera di Maratta nota da una copia attribuita a Giacinto Calandrucci a Rousham, collezione Cottrell-Dormer. L'omaggio è completato dall'inserzione della tazza di vetro colma di vino rosso e ornata sul manico da una drôlerie che, essendo secondo la Rudolph rivolta verso la personificazione della bellezza, allude al permanere della passione del pittore per la moglie. La Rudolph rileva anche l'abilità di Maratta nel rielaborare schemi compositivi e emblematiche che risalgono al Rinascimento maturo (la 'Schiavona' di Tiziano a Londra, National Gallery), e che nel ritratto della moglie vengono filtrati attraverso il senso del pittoresco di Salvator Rosa e dei Bamboccianti.
Il dipinto qui offerto, che la Rudolph ha ricondotto alla serie delle tre versioni eseguite da Procaccini dopo averlo studiato da fotografie in bianco e nero e a colori, presenta varianti rispetto all'opera presso la Walpole Gallery nel trattamento di alcuni dettagli dei panneggi - ad esempio la camicia sotto l'abito, che copre il décolleté - e soprattutto nel fatto che, al posto del dipinto raffigurante 'Amore protegge la Bellezza dall'attacco del tempo', appare un disegno che mostra 'Venere che forgia le punte delle frecce di Eros', il quale regge l'arco in piedi a fianco della dea. Evidentemente, nelle tre versioni eseguite da Procaccini, Maratta dettò delle varianti rispetto al prototipo sistemato nel Casino di Albano. Oltre ad aver collegato il presente dipinto alle notizie contenute nell'inventario del 1711, la Rudolph ci comunica anche che di esso le è nota una versione inedita, a suo avviso, di qualità ancor più elevata.
Per un sommario sull'attività di Andrea Procaccini cf. G. Sestieri, Repertorio della pittura romana della fine del Seicento e del Settecento, vol. I, Torino, 1994, pp. 153-154.
Siamo grati alla Dottoressa Rudolph per aver formulato l'attribuzione ad Andrea Procaccini per il presente dipinto e per il suo contributo alla redazione di questa scheda, ed alla Walpole Gallery per la collaborazione prestata nella catalogazione.