MANZONI, Alessandro (1785-1873). Bellissima, celebre lettera autografa firmata, a Massimo D'AZEGLIO, riguardante le di lui nozze con sua figlia Giulia: due pagine 4°, Sabato, 9 aprile 1831 (lievemente affaticato il margine destro e piccolo strappo a quello sinistro, qualche brunitura e trasparenza dell'inchiostro non compromettono la leggibilità del testo): ARIETI 364: Pregiatissimo Signore, Se qualche cosa potesse accrescer pregio alla proposta ch'Ella s'è degnata di farmi, sarebbe il modo in cui è fatta. Rispondendole con ischietta e, oso dire, amichevole confidenza, ho il doppio vantaggio di secondare insieme la mia inclinazione e un invito gentile. Ella non può non aver veduta in noi quell'alta stima per Lei, che il suo carattere e i suoi talenti son fatti per inspirare a chicchessia. Non fo che render giustizia a mia figlia dicendo che essa è compresa in questo noi. Ma Le parrà egli strano che essa Le domandi una settimana di riflessione? Certo a Lei parrà meno che non parrebbe ad ognuno che abbia l'onore di conoscerla; ma io posso e debbo pur darLene una spiegazione. Mia figlia ha sempre sentita una difficoltà, che le pareva finora insuperabile, ad unirsi con persona che non sia del suo paese; riuscendole egualmente doloroso il pensiero di allontanarsene, e quello di legare, in cosa di tanta importanza, la delicatezza, se non altro, della persona, nella volontà della quale essa dee perder la propria. Si degni farmi sapere se Le aggrada questa proposta. E' inutile ch'io L'assicuri del nostro studio di non dare motivo né pretesto a ciarle, ma non posso esserLe mallevadore che non se ne faccia: tanta è la facilità in questo genere! Nell'eccesso però del male stesso è il rimedio, giacché, non parlo dei parenti, ma anche le figlie che si son sentite chiamare spose fin di persone che non conoscevano né di vista né di nome, bisogna pure che siano avvezze a questa sorte di dicerie. Quanto all'amicizia Ella non può più ritirarsi: quanto io desidero ed apprezzo la sua, altrettanto le sue cortesi parole mi danno il diritto di tenerla per acquistata, indipendentemente da ogni altra più intima relazione ch'io possa aver l'onore di contrarre con Lei. Si contenti dunque ch'io me Le dica, senz'altre cerimonie, ma col cuore e per sempre Dev.mo Servitore ed amico aff.mo Alessandro Manzoni.