拍品專文
Il presente dipinto, evidentemente prodotto da un artista estremamente addentro al linguaggio figurativo di Pietro da Cortona, ma anche conscio degli sviluppi accademizzanti dell'ambito artistico romano gravitanti intorno a Carlo Maratta, non ha al momento trovato unanimità di consensi sulla sua attribuzione.
Mentre evidente è l'ascendente romano e barocco della composizione, assume un singolare rilievo il ruolo attribuito nel dipinto ai partiti di natura morta, al punto che è stata anche ipotizzata una collaborazione tra il pittore delle figure e quello della natura morta.
Tra le ipotesi che sembrano avvicinarsi maggiormente alla definizione dell'autore è quella secondo cui il dipinto potrebbe essere di Giovanni Odazzi, brillante e talvolta originale collaboratore di Carlo Maratta (per un profilo di Odazzi, cf. S. Rudolph (a cura di), La pittura del '700 a Roma, Milano, 1983, figg. 527-531; G. Sestieri, Repertorio della pittura romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino, 1994, I, pp. 137-139, II, figg. 826-836).
Mentre evidente è l'ascendente romano e barocco della composizione, assume un singolare rilievo il ruolo attribuito nel dipinto ai partiti di natura morta, al punto che è stata anche ipotizzata una collaborazione tra il pittore delle figure e quello della natura morta.
Tra le ipotesi che sembrano avvicinarsi maggiormente alla definizione dell'autore è quella secondo cui il dipinto potrebbe essere di Giovanni Odazzi, brillante e talvolta originale collaboratore di Carlo Maratta (per un profilo di Odazzi, cf. S. Rudolph (a cura di), La pittura del '700 a Roma, Milano, 1983, figg. 527-531; G. Sestieri, Repertorio della pittura romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino, 1994, I, pp. 137-139, II, figg. 826-836).