Giuseppe Recco (Napoli 1634-1695 Alicante)
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Giuseppe Recco (Napoli 1634-1695 Alicante)

Tulipani, boules de neige, rose centifolie, girasole, peonie ed altri fiori in un vaso di vetro, su una base modanata di pietra

Details
Giuseppe Recco (Napoli 1634-1695 Alicante)
Tulipani, boules de neige, rose centifolie, girasole, peonie ed altri fiori in un vaso di vetro, su una base modanata di pietra
firmato e datato sul piano di pietra 'GIOSEPPE. RECCO. 1670' sul basamento
olio su tela
131 x 91.5 cm.
Special notice
Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's, for each lot, is calculated in the following way: 24% on the hammer price of the first € 110.000,00 18,5% on the hammer price for any amount in excess of € 110.000,00

Lot Essay

Il presente dipinto sembra essere l'unica opera firmata e datata 1670 nella produzione di Giuseppe Recco, "sicuramente la personalità più importante della natura morta napoletana" (cf. R. Middione in AA.VV., La natura morta in Italia, a cura di F. Zeri e F. Porzio, Milano, 1989, II, p. 903, per un esteso profilo dell'attività del pittore). L'importanza attribuita dallo stesso Recco al dipinto qui offerto è data dalla firma per esteso, a lettere capitali, apposta insieme alla data sul basamento rettangolare su cui poggia il vaso di vetro con i fiori.
La presentazione sontuosa dei fiori nel vaso di vetro e gli squillanti accordi cromatici accostano il punto di stile del presente dipinto agli analoghi particolari della 'Natura morta di fiori, frutta e dolci' a Spoleto, Galleria Sapori (cf. R. Middione in AA.VV., La natura morta in Italia, cit., p. 11, fig. 1100), e riportano all'influenza di Luca Forte su Giuseppe Recco, ricorrente anche negli anni della sua produzione matura. L'idea compositiva del singolo vaso offerto come soggetto principale del dipinto, che si rapporta alle tradizione del naturalismo degli inizi del Seicento, ricorre anche nel pendant di 'Anemoni e tulipani in vaso di vetro' a Casalmaggiore, Galleria d'Orlane (cf. R. Middione in La natura morta italiana dal Caravaggio al Settecento, catalogo, a cura di M. Gregori, Milano, 2003, p. 211). Tipica del senso barocco di 'Vanitas' è l'idea di descrivere analiticamente le crepe e i danni al piedistallo di pietra ed alla parete ad esso retrostante.