Lot Essay
L'attribuzione del presente dipinto è basata sul confronto stilistico con i Funghi e farfalle e quaglia a Strasburgo, Musée des Beaux-Arts (cf. A. Tecce in La natura morta in Italia, a cura di F. Zeri e F. Porzio, Milano, 1989, II, p. 901, fig. 1085).
La composizione riprende in più aspetti le invenzioni di Paolo Porpora, maestro di Cattamara e celebrato specialista di 'sottoboschi', cioè dipinti fondati su una serrata messa a fuoco di brani di natura boschiva - per l'appunto funghi, rettili e altra fauna tipica di questi specifici ambienti - in cui non di rado, come nel dipinto qui offerto, un fungo o un cespuglio di cardi divengono protagonisti quasi personificati dell'immagine.
Il catalogo di Paolo Cattamara è per ora pressoché limitato al già citato dipinto a Strasburgo ed alle due tele en pendant con Animali selvatici in sottobosco a Roma, Galleria Pallavicini, attribuitegli nel 1964 dal Causa in base ai loro caratteri stilistici e per la loro menzione in un inventario del 1710 come di 'Paoluccio Napolitano' (Cattamara) e non 'Paoluccio delli Fiori' (Porpora) (per il perdurare dell'attribuzione a Porpora delle due tele della Galleria Pallavicini, cf. A.M. Pedrocchi in Il Palazzo Pallavicini Rospigliosi e la Galleria Pallavicini, Torino, 1999, pp. 178-179). Nel presente dipinto la vigoria dei contrasti di luce e la materia pittorica meno calligrafica che in Porpora rendono plausibile l'attribuzione a Cattamara, anche per la consonanza con i caratteri della parte animalistica delle due tele della Galleria Pallavicini.
Ricordato nel 1733 dall'Orlandi nell'Abecedario Pittorico, 'Paoluccio Cattamara napolitano, valente in dipingere serpi, uccelli e altri animali, fiori e frutti', nelle sue rare opere mostra di conoscere gli esiti in natura morta di Salvator Rosa e soprattutto dei suoi epigoni nordici in Italia, Mathias Withoos e Otto Marseus van Schrieck; ma sembra conservare modi pittorici napoletani nell'abbondanza dei pigmenti corposi e nel forte contrasto chiaroscurale.
La composizione riprende in più aspetti le invenzioni di Paolo Porpora, maestro di Cattamara e celebrato specialista di 'sottoboschi', cioè dipinti fondati su una serrata messa a fuoco di brani di natura boschiva - per l'appunto funghi, rettili e altra fauna tipica di questi specifici ambienti - in cui non di rado, come nel dipinto qui offerto, un fungo o un cespuglio di cardi divengono protagonisti quasi personificati dell'immagine.
Il catalogo di Paolo Cattamara è per ora pressoché limitato al già citato dipinto a Strasburgo ed alle due tele en pendant con Animali selvatici in sottobosco a Roma, Galleria Pallavicini, attribuitegli nel 1964 dal Causa in base ai loro caratteri stilistici e per la loro menzione in un inventario del 1710 come di 'Paoluccio Napolitano' (Cattamara) e non 'Paoluccio delli Fiori' (Porpora) (per il perdurare dell'attribuzione a Porpora delle due tele della Galleria Pallavicini, cf. A.M. Pedrocchi in Il Palazzo Pallavicini Rospigliosi e la Galleria Pallavicini, Torino, 1999, pp. 178-179). Nel presente dipinto la vigoria dei contrasti di luce e la materia pittorica meno calligrafica che in Porpora rendono plausibile l'attribuzione a Cattamara, anche per la consonanza con i caratteri della parte animalistica delle due tele della Galleria Pallavicini.
Ricordato nel 1733 dall'Orlandi nell'Abecedario Pittorico, 'Paoluccio Cattamara napolitano, valente in dipingere serpi, uccelli e altri animali, fiori e frutti', nelle sue rare opere mostra di conoscere gli esiti in natura morta di Salvator Rosa e soprattutto dei suoi epigoni nordici in Italia, Mathias Withoos e Otto Marseus van Schrieck; ma sembra conservare modi pittorici napoletani nell'abbondanza dei pigmenti corposi e nel forte contrasto chiaroscurale.