Lot Essay
In un ambiente pressochè privo di fondale, intorno a un tavolo coperto da un panno verde, sei persone eseguono un concerto. La bimba sulla sinistra, il giovane con l'ampio copricapo piumato e il personaggio al centro in primo piano sono chiaramente dei cantanti, come anche l'uomo barbuto all'estrema sinistra, con il berretto ornato da una perla. A destra un altro musico, anch'egli colto nell'atto del canto, suona una viola da gamba seguendo la partitura poggiata sul tavolo. Il sesto personaggio è colto di profilo mentre anch'egli canta, il volto concentrato sullo spartito che ha di fronte. In primo piano, sul tavolo, un liuto e un flauto dolce completano l'immagine.
Il tema del concerto da camera, caro alla variegata koinè caravaggesca, fu praticato da un gran numero di esponenti del movimento. 'In età tardorinascimentale una rappresentazione di questo tipo era abitualmente definita come 'una musica'. Nella scena potevano prendere posto anche un numero maggiore di suonatori e cantori che talvolta dopo avere accordato i propri strumenti, voci comprese, mostravano di concertare insieme. L'operare in sintonia per raggiungere pazientemente l'armonia era quindi l'allusione emblematica che queste immagini dovevano comunicare e, tranne rari casi, era questo il contenuto ideologico che tali dipinti esprimevano nell'arte italiana' (cf. S. Benedetti in Caravaggio e l'Europa. Da Caravaggio a Mattia Preti, catalogo, Milano, 2005, p. 364, nella scheda del Concerto notturno di Gerrit van Honthorst a Dublino, National Gallery of Ireland). Le note opere di Caravaggio a tema musicale prodotte per il Cardinal Del Monte furono certamente un catalizzatore fondamentale per la diffusione di dipinti di tale argomento tra i seguaci del pittore.
Il vigoroso impianto caravaggesco colloca il presente dipinto nell'ampio novero di opere anonime, non documentate, e soggette a raggruppamenti fondati principalmente sui loro caratteri stilistici e sulla loro conseguente pertinenza alle varie aree culturali del caravaggismo europeo (cf. B. Nicolson, Caravaggism in Europe, a cura di L. Vertova, Torino, 1989; e G. Papi, Il genio degli anonimi, catalogo, Milano, 2005, per un recente sommario degli ampliamenti delle ricerche in questa area figurativa).
L'ambientazione a lume quasi notturno e la composizione a fuoco ravvicinato, con pressoché tutti gli elementi in primo piano, mostrano una chiara memoria della Cena in Emmaus di Caravaggio a Brera, la cui figura di apostolo a destra diviene quella del musico curvo sullo spartito nel presente dipinto. Il rigore nell'assemblaggio degli elementi sembrerebbe datare l'opera nel corso del secondo decennio del Seicento. I riferimenti stilistici denotano qualche sintonia con i modi di Lionello Spada, e soprattutto con le opere più antiche di Carlo Saraceni, il cui interesse per la raffigurazione degli strumenti musicali è dimostrato da opere come la Santa Cecilia con l'Angelo a Roma, Galleria Nazionale di Palazzo Barberini, o lo stesso Martirio di Santa Cecilia già a Londra, Matthiesen Gallery. La fisionomia delle figure rinvia alla Testa di ragazzo ad Hartford, Connecticut, Wadsworth Atheneum, ascritta ad un anonimo 'Maestro K' da Benedict Nicolson, anche noto come 'Master of the opened-mouthed Boys', il Maestro dei ragazzi dalle bocche aperte (cf. B. Nicolson, Caravaggism in Europe, cit., I, p. 87; II, figg. 777-780). Lo stesso Nicolson definiva il Maestro K un 'Artist from the Eastern France, possibly in contact with Saraceni', e tali elementi di cultura figurativa sembrano effettivamente reperibili anche nel dipinto qui offerto.
Il tema del concerto da camera, caro alla variegata koinè caravaggesca, fu praticato da un gran numero di esponenti del movimento. 'In età tardorinascimentale una rappresentazione di questo tipo era abitualmente definita come 'una musica'. Nella scena potevano prendere posto anche un numero maggiore di suonatori e cantori che talvolta dopo avere accordato i propri strumenti, voci comprese, mostravano di concertare insieme. L'operare in sintonia per raggiungere pazientemente l'armonia era quindi l'allusione emblematica che queste immagini dovevano comunicare e, tranne rari casi, era questo il contenuto ideologico che tali dipinti esprimevano nell'arte italiana' (cf. S. Benedetti in Caravaggio e l'Europa. Da Caravaggio a Mattia Preti, catalogo, Milano, 2005, p. 364, nella scheda del Concerto notturno di Gerrit van Honthorst a Dublino, National Gallery of Ireland). Le note opere di Caravaggio a tema musicale prodotte per il Cardinal Del Monte furono certamente un catalizzatore fondamentale per la diffusione di dipinti di tale argomento tra i seguaci del pittore.
Il vigoroso impianto caravaggesco colloca il presente dipinto nell'ampio novero di opere anonime, non documentate, e soggette a raggruppamenti fondati principalmente sui loro caratteri stilistici e sulla loro conseguente pertinenza alle varie aree culturali del caravaggismo europeo (cf. B. Nicolson, Caravaggism in Europe, a cura di L. Vertova, Torino, 1989; e G. Papi, Il genio degli anonimi, catalogo, Milano, 2005, per un recente sommario degli ampliamenti delle ricerche in questa area figurativa).
L'ambientazione a lume quasi notturno e la composizione a fuoco ravvicinato, con pressoché tutti gli elementi in primo piano, mostrano una chiara memoria della Cena in Emmaus di Caravaggio a Brera, la cui figura di apostolo a destra diviene quella del musico curvo sullo spartito nel presente dipinto. Il rigore nell'assemblaggio degli elementi sembrerebbe datare l'opera nel corso del secondo decennio del Seicento. I riferimenti stilistici denotano qualche sintonia con i modi di Lionello Spada, e soprattutto con le opere più antiche di Carlo Saraceni, il cui interesse per la raffigurazione degli strumenti musicali è dimostrato da opere come la Santa Cecilia con l'Angelo a Roma, Galleria Nazionale di Palazzo Barberini, o lo stesso Martirio di Santa Cecilia già a Londra, Matthiesen Gallery. La fisionomia delle figure rinvia alla Testa di ragazzo ad Hartford, Connecticut, Wadsworth Atheneum, ascritta ad un anonimo 'Maestro K' da Benedict Nicolson, anche noto come 'Master of the opened-mouthed Boys', il Maestro dei ragazzi dalle bocche aperte (cf. B. Nicolson, Caravaggism in Europe, cit., I, p. 87; II, figg. 777-780). Lo stesso Nicolson definiva il Maestro K un 'Artist from the Eastern France, possibly in contact with Saraceni', e tali elementi di cultura figurativa sembrano effettivamente reperibili anche nel dipinto qui offerto.