Antonio Tibaldi (Roma 1635-dopo il 1675)
Antonio Tibaldi (Roma 1635-dopo il 1675)

Argenteria, vassoio di frutta e dolciumi, libri, bronzetto raffigurante un soldato che suona la tromba su un piedistallo con stemma nobiliare, pappagallo, orologio e drappi damascati su un piedistallo con rilievi a figure classiche, cuscino ricamato, vasi d'argento istoriati, tenda di damasco in un ambiente monumentale classico; e Armatura, elmo, scudo, spada, tamburo, un cuscino ricamato e drappi damascati su un piano di marmo e tenda drappeggiata in ambiente monumentale classico

Details
Antonio Tibaldi (Roma 1635-dopo il 1675)
Argenteria, vassoio di frutta e dolciumi, libri, bronzetto raffigurante un soldato che suona la tromba su un piedistallo con stemma nobiliare, pappagallo, orologio e drappi damascati su un piedistallo con rilievi a figure classiche, cuscino ricamato, vasi d'argento istoriati, tenda di damasco in un ambiente monumentale classico; e Armatura, elmo, scudo, spada, tamburo, un cuscino ricamato e drappi damascati su un piano di marmo e tenda drappeggiata in ambiente monumentale classico
iscritto 'Lodo' (sul libro, nel primo)
olio su tela, entro cornici intagliate e dorate
120 x 168.5 cm. (2)

Lot Essay

Siamo grati ad Alberto Cottino per aver suggerito la presente attribuzione del pendant sulla base di fotografie in bianco e nero e a colori.
Lo studioso ha notato la somiglianza delle tele in esame con tre dipinti del Museo Piersanti a Matelica, tradizionalmente attribuite a Francesco Fieravino detto il Maltese, che saranno pubblicate con l'attribuzione ad Antonio Tibaldi dallo studioso nel volume sulla natura morta in corso di stampa (cf. le foto si trovano sul catalogo Matelica. Museo Piersanti, a cura di A. Antonelli, Bologna 1998, pp. 18-19, tavv. XXI-XXII-XXIII). Per l' attribuzione delle tele in esame altri utili confronti si possono stabilire con una coppia di opere offerte da Finarte, Milano, 6/7-V-1987, lotti 246-247 (una delle quali mostrava un cofano con lo stemma Barberini) ed un altro pendant conservato al Museo Fesch di Ajaccio. Per la figura di Tibaldi, attivo a Roma nella seconda metà del Seicento, il cui corpus di opere prende l'avvio dalla coppia di dipinti offerti da Christie's, Londra, 14-XII-1990, lotto 20a-b, di cui uno è firmato 'IL Tibaldi. Romano', cf. G. Bocchi e U. Bocchi, Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630-1750, Casalmaggiore, 2005, pp. 473-490.
Gli oggetti del primo dipinto, connotati da lusso sfarzoso anche grazie all'uso sapiente degli spessori pittorici, sembrano comporre una vanitas celebrante le virtù militari del nobile committente, mentre nel secondo dipinto i libri, il pappagallo e gli altri elementi di fattura preziosa sembrano formare un'allegoria dell'eloquenza del gentiluomo di cui è presente lo stemma (non identificato), sovrastato da una statuetta di soldato che suona la tromba quasi ad annunciarne la fama. Al margine destro figura una statua di comandante di cui sono rappresentati le gambe, il manto e il bastone di comando. In quest'ultimo dipinto il tema della vanitas è sottolineato dall'orologio che allude alla caducità del tempo.

Alberto Cottino ci ha comunicato la sua intenzione di inserire le opere in uno volume dedicato alla natura morta di prossima pubblicazione.