拍品专文
Nel catalogo della mostra Antonio Sanfilippo, tenutasi a Venezia presso la Galleria del Cavallino nel luglio del 1952,è presente una importante presentazione di Giuseppe Marchiori che scrive: La personalità di Sanfilippo risulta tanto nelle figure più "geometriche", quanto in quelle, più libere, di oggi, in uno spazio quasi "atmosferico".
Sarebbe assurdo "descrivere" queste pitture, come è assurdo d'altronde descrivere ogni pittura; ma l'accenno alla memoria di un cielo o di una limpida luce non è casuale. Dopo aver parlato di ricerche, di esperienze, di tentativi, si può anche parlare di poesia. Ora gli elementi che la determinano in un piano astratto non appartengono soltanto alla divina proporzione: sono forme che si aggregano o si disgregano in continui rapporti dimensionali e tonali, costruendo una spazialità non misurabile e our modulata nella luce che la rivela. Per quanto caduto dal cielo, Sanfilippo non ha dimenticato la luce di una terra e di una civiltà. Nessuno riesce a far tabula rasa delle proprie origini: nemmeno un pittore astratto. E la ricompensa, spesso, è la poesia.
Sarebbe assurdo "descrivere" queste pitture, come è assurdo d'altronde descrivere ogni pittura; ma l'accenno alla memoria di un cielo o di una limpida luce non è casuale. Dopo aver parlato di ricerche, di esperienze, di tentativi, si può anche parlare di poesia. Ora gli elementi che la determinano in un piano astratto non appartengono soltanto alla divina proporzione: sono forme che si aggregano o si disgregano in continui rapporti dimensionali e tonali, costruendo una spazialità non misurabile e our modulata nella luce che la rivela. Per quanto caduto dal cielo, Sanfilippo non ha dimenticato la luce di una terra e di una civiltà. Nessuno riesce a far tabula rasa delle proprie origini: nemmeno un pittore astratto. E la ricompensa, spesso, è la poesia.