Lot Essay
Verso il 1966 Boetti comincia a frequentare alcuni artisti torinesi tra i quali Gianni Piacentino, Piero Gilardi, Pistoletto e Giulio Paolini, la cui attività artistica del momento costituisce una risposta alle avanguardie americane come la Pop, la Minimal e la Conceptual Art, che in quegli anni si stanno affermando velocemente in Europa.
Nel 1966 realizza una serie di lavori in cui le diverse tecniche e i materiali di produzione industriali sono abbinati a lettere in rilievo o a scritte incise. Le lettere in rilievo su pannelli di legno o di cartone costituiscono il titolo dell'opera, che spesso allude o corrisponde esattamente al tipo di colore utilizzato, come in Stiff upper lip o in 01.130 verde vagone, 1133 rosso, adrianopoli 2233 bleu positano. Qui, il significato più strettamente concettuale coincide in maniera tautologica con la frase che appare scritta in rilievo sul supporto.
"[...]Ogni sovrastruttura di carattere analitico è caduta, evidenziando l'azione elementare e non significante" (Torino, Galleria Christian Stein, 1996, cat. p. 99). Si tratta di una dichiarazione in cui lucidamente l'artista evidenzia l'esigenza di voler annullare ogni struttura ideologica, percepita quest'ultima come una barriera mentale che impedisce il contatto diretto con la vita e i fatti reali. È interessante notare a tal proposito come, durante questi anni, Boetti non parlasse mai dei suoi lavori in termini di "sculture", ma li definiva semplicemente "oggetti", dei quali voleva evidenziare la tipologia e la proprietà dei materiali.
Nel 1966 realizza una serie di lavori in cui le diverse tecniche e i materiali di produzione industriali sono abbinati a lettere in rilievo o a scritte incise. Le lettere in rilievo su pannelli di legno o di cartone costituiscono il titolo dell'opera, che spesso allude o corrisponde esattamente al tipo di colore utilizzato, come in Stiff upper lip o in 01.130 verde vagone, 1133 rosso, adrianopoli 2233 bleu positano. Qui, il significato più strettamente concettuale coincide in maniera tautologica con la frase che appare scritta in rilievo sul supporto.
"[...]Ogni sovrastruttura di carattere analitico è caduta, evidenziando l'azione elementare e non significante" (Torino, Galleria Christian Stein, 1996, cat. p. 99). Si tratta di una dichiarazione in cui lucidamente l'artista evidenzia l'esigenza di voler annullare ogni struttura ideologica, percepita quest'ultima come una barriera mentale che impedisce il contatto diretto con la vita e i fatti reali. È interessante notare a tal proposito come, durante questi anni, Boetti non parlasse mai dei suoi lavori in termini di "sculture", ma li definiva semplicemente "oggetti", dei quali voleva evidenziare la tipologia e la proprietà dei materiali.