Alighiero Boetti (1940-1994)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more Una ricca sezione di quest'asta di Arte Moderna e Contemporanea proviene da un'importante collezione privata milanese, in cui sono raccolte con passione, cura ed attenzione alcune tra le più sofisticate opere di artisti italiani e stranieri del XX secolo. Le opere di questa collezione sono offerte nelle sezioni che vanno dai lotti 172 a 181 e da 340 a 417. Il nucleo centrale della collezione è costituito da opere datate anni Sessanta e Settanta e rivela un particolare amore del collezionista per questo periodo, con importanti incursioni nei primi decenni del secolo scorso e oltre, quasi a sottolineare che la caratura e la qualità di una collezione sono definite dall'intima rete di rimandi e di richiami, che il collezionista sa cogliere o istituire tra le opere. Nella prima sezione (lotti 172-181) sono raccolte opere tra le più significative e storicizzate dei rispettivi artisti: si va da un rarissimo Giallo Positano 208 di Alighiero Boetti datato 1967, ad Immagine Somiglianza sempre di Boetti datato 1975, un'opera monumentale di Mario Merz carica di materia sviluppa su grandi dimensioni la tematica della spirale, uno dei temi più amati dal Maestro dell'Arte Povera. Segue una lirica scultura di Fausto Melotti a cui fanno da contrappunto un Novelli del 1967 e un Tancredi del 1962. Tra i grandi maestri dell'arte italiana del secondo dopoguerra, la collezione annovera Burri e Fontana, con opere molto diverse ma accomunate dalla raffinatezza di una scelta, attenta alla liricità e alla sofisticatezza dei lavori. Di Burri la collezione presenta una rara Combustione T, mentre di Fontana un Concetto spaziale realizzato con anilina e buchi su tela, che declina nei caldi colori della terra la poetica dello spazialismo. La seconda sezione si presenta altrettanto solida e compatta e presenta opere tra le più significative e rare degli anni Settanta, dando a tutta la collezione una connotazione profondamente intellettuale e una raffinatezza concettuale raramente rinvenibili, come testimoniano la presenza in collezione di opere, tra gli altri, di Agnetti, Dadamaino, Colombo, Aricò, Scheggi, Isgrò, Vautier, Darboven. La collezione rivela in generale una profonda attenzione del suo autore per tutti quei fermenti culturali, che aprivano il mondo dell'arte al clima di costante cambiamento ed innovazioni tipico dei decenni successivi la seconda guerra mondiale. Ed è una collezione che si presenta sempre all'avanguardia per ciò che riguarda gli eccitanti cambiamenti relativi alla concezione dell'arte, al suo ruolo nella società, alla sua capacità di comprendere il mondo, a volte per esclusive finalità estetiche, talaltra nel tentativo di migliorare la società medesima. La battaglia per il rinnovamento ed il superamento della tradizione acquista in Italia connotazioni particolarmente vigorose, data la millenaria tradizione artistica del nostro Paese. Una collezione che esemplifica questa battaglia, con scelte sofisticatamente volte all'Astrazione o al Concettuale,è un'esperienza umana coraggiosa, vitale, vibrante. Una collezione è sempre espressione di scelte, improvvisi trasporti, riconsiderazioni, avanzamenti. Il risultato è immenso, complesso, stratificato. Raramente è dato vedere opere così intimamente coese, anche quando appartenenti a periodi differenti. Nel momento in cui si ha la possibilità di contemplare una collezione nella sua interezza, nei risvolti privati della sua formulazione si ha una visione simultanea di decenni di attività e passione. L'impressione è quella di una compressione improvvisa del tempo: in uno stesso momento si rivelano anni di faticosa ricerca da parte degli artisti e parallelamente anni di ricerca da parte dei collezionisti. Più ancora di un ritratto fatto da un artista, una collezione è il miglior ritratto che un collezionista può fare di sè. Un lascito morale, intellettuale ed estetico. Il frutto di una visione di insieme, di una ricerca costante, di una lungimiranza e di un'intuito eccezionali di cui le opere della presente collezione sono una raffinata testimonianza.
Alighiero Boetti (1940-1994)

Giallo Positano 208

Details
Alighiero Boetti (1940-1994)
Giallo Positano 208
titolo Giallo Positano 208 (al centro); firmato Alighiero Boetti (sul retro)
vernice industriale su cartone e lettere di sughero
cm 70,5x70,5
Eseguito nel 1967
Opera registrata presso l'Archivio Alighiero Boetti, Roma, n. 67/0/6 come da dichiarazione su fotografia
Provenance
Fabia Calvasina
Paolo Curti, Milano
ivi acquisito dall'attuale proprietario
Exhibited
Monaco, Kunstverein, Arte povera 1971 und 20 Jahre Danach, 26 aprile - 23 giugno 1991, cat.
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer''s for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 20.000,00 26% of the excess of the hammer price above € 20.000,00 and up and including € 800.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €800.000,00

Lot Essay

Verso il 1966 Boetti comincia a frequentare alcuni artisti torinesi tra i quali Gianni Piacentino, Piero Gilardi, Pistoletto e Giulio Paolini, la cui attività artistica del momento costituisce una risposta alle avanguardie americane come la Pop, la Minimal e la Conceptual Art, che in quegli anni si stanno affermando velocemente in Europa.
Nel 1966 realizza una serie di lavori in cui le diverse tecniche e i materiali di produzione industriali sono abbinati a lettere in rilievo o a scritte incise. Le lettere in rilievo su pannelli di legno o di cartone costituiscono il titolo dell'opera, che spesso allude o corrisponde esattamente al tipo di colore utilizzato, come in Stiff upper lip o in 01.130 verde vagone, 1133 rosso, adrianopoli 2233 bleu positano. Qui, il significato più strettamente concettuale coincide in maniera tautologica con la frase che appare scritta in rilievo sul supporto.
"[...]Ogni sovrastruttura di carattere analitico è caduta, evidenziando l'azione elementare e non significante" (Torino, Galleria Christian Stein, 1996, cat. p. 99). Si tratta di una dichiarazione in cui lucidamente l'artista evidenzia l'esigenza di voler annullare ogni struttura ideologica, percepita quest'ultima come una barriera mentale che impedisce il contatto diretto con la vita e i fatti reali. È interessante notare a tal proposito come, durante questi anni, Boetti non parlasse mai dei suoi lavori in termini di "sculture", ma li definiva semplicemente "oggetti", dei quali voleva evidenziare la tipologia e la proprietà dei materiali.