Lot Essay
'Calzolari... è sempre alla ricerca dell'assoluto, espresso tramite elementi naturali, come il muschio o il piombo, oppure fenomeni naturali, come il fuoco o il ghiaccio', - J. RONDEAU
Senza titolo (1988) di Pier Paolo Calzolari emana una magia ineffabile, ambigua, ma al tempo stesso rigidamente desolata oltre che intrisa di una composta tranquillità. Calzolari, come altri artisti italiani della sua generazione, riunitisi alla fine degli anni Sessanta sotto il vessillo dell' Arte Povera, nell'opera qui presentata continua a lavorare secondo i principi del movimento: appropriandosi di materiali quotidiani, produce una strana, penetrante, esplorazione di forma e materia denudandola tuttavia di un significato simbolico chiaro. Racchiusa da due cornici di piombo, una bianca distesa di sale incrosta la superficie dell'opera, mentre l'asse centrale dei due pannelli è attraversato da un umile grissino; e verso la parte inferiore della cornice, due parallelepipedi giocano con la materialità e l'immaterialità dell'opera - ogni lato superiore è arricchito di un'applicazione sostanziosa di sale, mentre i lati verticali occupano uno spazio negativo, incisi nel sale stesso. Nel rapporto tra questi aspetti dell'opera, Senza titolo evidenzia l'interesse particolare dell'artista per l'essenza del bianco, che ha cercato lungo tutto il suo percorso artistico. Per Calzolari, invece di un tonalità rappresentabile con il pigmento, il bianco andava raggiunto con la disposizione degli elementi dell'opera; in questo caso la nostra percezione del bianco brillante è intensificata non solo dalla giustapposizione degli elementi formali dell'opera, ma è anche nutrita dalle risonanze religiose e alchemiche (pane, sale, piombo) all'interno della sua materia.
‘Calzolari… is always searching for the absolute, expressed through natural elements, like moss and lead, or natural phenomena, like fire and ice.’ – J. RONDEAU
Pier Paolo Calzolari’s Untitled (1988) possesses an ineffable, ambiguous magic, at once bracingly stark and inhabited by a composed tranquillity. One of the original generation of Italian artists in the late 1960s that came to be grouped together under the banner of Arte Povera, here the artist continues to work according to the movement’s principles: appropriating everyday materials, the artist produces a strange, penetrating exploration of form and material that is however shorn of clear symbolic meaning. Enclosed by two lead frames, a white expanse of salt encrusts the surface of the work, while a humble breadstick traverses the central axis of the two boards; meanwhile towards the bottom of the frame, there are two box-like forms that play with the materiality and immateriality of the work – each top face is fleshed out with a heavy application of salt, while their vertical edges occupy negative space, etched into the salt itself. In the interactions between these aspects of the work, Untitled demonstrates the artist’s particular interest in the essence of white, which he has pursued throughout his career. For Calzolari, white is less a tone that can be depicted in pigment than something achieved through the arrangement of a work’s elements; here our sense of the work’s brilliant white is intensified not only by the juxtaposition of the work’s formal elements, but fed by the religious and alchemical resonances (bread, salt, lead) that lie within its materials.
Senza titolo (1988) di Pier Paolo Calzolari emana una magia ineffabile, ambigua, ma al tempo stesso rigidamente desolata oltre che intrisa di una composta tranquillità. Calzolari, come altri artisti italiani della sua generazione, riunitisi alla fine degli anni Sessanta sotto il vessillo dell' Arte Povera, nell'opera qui presentata continua a lavorare secondo i principi del movimento: appropriandosi di materiali quotidiani, produce una strana, penetrante, esplorazione di forma e materia denudandola tuttavia di un significato simbolico chiaro. Racchiusa da due cornici di piombo, una bianca distesa di sale incrosta la superficie dell'opera, mentre l'asse centrale dei due pannelli è attraversato da un umile grissino; e verso la parte inferiore della cornice, due parallelepipedi giocano con la materialità e l'immaterialità dell'opera - ogni lato superiore è arricchito di un'applicazione sostanziosa di sale, mentre i lati verticali occupano uno spazio negativo, incisi nel sale stesso. Nel rapporto tra questi aspetti dell'opera, Senza titolo evidenzia l'interesse particolare dell'artista per l'essenza del bianco, che ha cercato lungo tutto il suo percorso artistico. Per Calzolari, invece di un tonalità rappresentabile con il pigmento, il bianco andava raggiunto con la disposizione degli elementi dell'opera; in questo caso la nostra percezione del bianco brillante è intensificata non solo dalla giustapposizione degli elementi formali dell'opera, ma è anche nutrita dalle risonanze religiose e alchemiche (pane, sale, piombo) all'interno della sua materia.
‘Calzolari… is always searching for the absolute, expressed through natural elements, like moss and lead, or natural phenomena, like fire and ice.’ – J. RONDEAU
Pier Paolo Calzolari’s Untitled (1988) possesses an ineffable, ambiguous magic, at once bracingly stark and inhabited by a composed tranquillity. One of the original generation of Italian artists in the late 1960s that came to be grouped together under the banner of Arte Povera, here the artist continues to work according to the movement’s principles: appropriating everyday materials, the artist produces a strange, penetrating exploration of form and material that is however shorn of clear symbolic meaning. Enclosed by two lead frames, a white expanse of salt encrusts the surface of the work, while a humble breadstick traverses the central axis of the two boards; meanwhile towards the bottom of the frame, there are two box-like forms that play with the materiality and immateriality of the work – each top face is fleshed out with a heavy application of salt, while their vertical edges occupy negative space, etched into the salt itself. In the interactions between these aspects of the work, Untitled demonstrates the artist’s particular interest in the essence of white, which he has pursued throughout his career. For Calzolari, white is less a tone that can be depicted in pigment than something achieved through the arrangement of a work’s elements; here our sense of the work’s brilliant white is intensified not only by the juxtaposition of the work’s formal elements, but fed by the religious and alchemical resonances (bread, salt, lead) that lie within its materials.