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(PREMIO NOBEL) QUASIMODO, SALVATORE (1901-1968) - E COME POTEVAMO NOI CANTARE... IL POETA SICILIANO è UN CASO IMPAREGGIABILE DI TOTALE, MINUZIOSA RICONVERSIONE POLITICA ED ESTETICA. EPIGONO DEL PIù INTEGRALISTA ERMETISMO FORMULARE ED ESOTERICO (UN TITOLO PER SEMPRE: OBOE SOMMERSO), TRADUTTORE RAFFINATISSIMO FINO ALL'ESTENUAZIONE, SI RITROVò NEL SECONDO DOPOGUERRA POLEMICO E PERSINO INTOLLERANTE ASSERTORE DI UNA POETICA "COMUNICATIVA" E "CIVILE". NE SORTì UN NOBEL: PER L'ITALIA, MA SOPRATTUTTO PER LUI. NEL 1959. UN PREMIO CHE FECE DISCUTERE, E MOLTO (COME INSOMMA CàPITA SEMPRE: E IN PARTICOLARE, IN GENERE, NEL PAESE DEL FORTUNATO, COME SI è VISTO ANCHE DI RECENTE). LE DUE LETTERE CHE SI PRESENTANO QUI DIMOSTRANO COME IL POETA SI FECE, NELL'OCCASIONE, ATTENTO AMMINISTRATORE DI SE STESSO E DEL PROPRIO PRESTIGIO INTERNAZIONALE: AL FINE DI "PREPARARE IL TERRENO" ALL'AMBìTO RICONOSCIMENTO. LE LETTERE SONO INDIRIZZATE AL CELEBRE CRITICO HENRI BéDARIDA. NELLA PRIMA IL POETA FIUTA LA PREDA, CHE DA PARTE SUA CON MOLTA INNOCENZA GLI AVEVA INVIATO DEGLI ARTICOLI NEI QUALI PARLAVA NELLA SUA OPERA (PERò IN UN PAESE, E IN UNA LINGUA, DI INDUBBIA IMPORTANZA "STRATEGICA" COME LA FRANCIA), NELLA SECONDA, PARTE IL MESSAGGIO: FORTE E CHIARO. LA PRIMA, MILANO, 11 MAGGIO 1957 (UNA P. IN-4): CARO BéDARIDA, HO RICEVUTO I DUE ESTRATTI... IL SUO SAGGIO MI DICE DELLA SUA PARTECIPAZIONE ATTENTA ALLA NASCITA E ALLO SVOLGERSI DELLA MIA POESIA; LA SECONDA, MILANO, 18 DICEMBRE 1957 (2 PP. IN-4): HO AVUTO LA FORTUNA DI POTER AVERE DA PARIGI "A TRAVERS TROIS SIèCLES DE LITTERATURE ITALIENNE", PUBBLICATO PER IL SUO VENTESIMO ANNO D'INSEGNAMENTO ALLA SORBONA. SONO FELICE DI AVERE QUESTO LIBRO, CHE TESTIMONIA LA SUA PROFONDA OPERA DI STUDIOSO E DI CRITICO. IO DEVO A LEI SE IN FRANCIA SI CONOSCE IL MIO NOME; E DI LEI, APPUNTO, PARLAVO QUALCHE SETTIMANA FA A VERONA CON LA GENTILE AMICA, LA PROFESSORESSA VASSALINI... LA VASSALINI LE HA ACCENNATO AL MIO GRANDE DESIDERIO DI ESSERE PROPOSTO DA LEI AL PROSSIMO PREMIO NOBEL (è IL TURNO DELL'ITALIA, MI ASSICURANO, AVVERTENDOMI CHE IO HO MOLTE PROBABILITà DI VINCERLO)... NON SO COME SCUSARMI DI QUESTA LETTERA; MA LEI CONOSCE LA "SITUAZIONE" DEGLI SCRITTORI ITALIANI, PRONTI SEMPRE A SCANNARSI L'UN L'ALTRO, PIUTTOSTO CHE A RICONOSCERSI, SCAMBIEVOLMENTE, UOMINI DI QUALCHE VALORE... COME MI FARò PERDONARE DA LEI QUESTA "AVANCE", SE NON COL GRANDE AFFETTO CHE HO PER LEI, UOMO ILLUMINATO DEL NOSTRO UMANESIMO SUPERSTITE?: DOVE SI LEGGE, OLTRE CHE DELL'INEFFABILE MISCUGLIO DI IMBARAZZO E ABBANDONO, ANCHE (SU UN PIANO PIù SQUISITAMENTE LETTERARIO) DI UN AFFIDARSI, DA PARTE DI QUASIMODO, SOPRATTUTTO ALLA PROPRIA OPERA DI TRADUTTORE (IN ENTRAMBE LE LETTERE SI FA MENZIONE DELL'ANTOLOGIA PALATINA, DEL CATULLO, ECC.): CHE è INFATTI, CON OGNI PROBABILITà, QUELLA ALLA QUALE MAGGIORMENTE DOVRà LE SUE FUTURE FORTUNE. IL SECOLO DELLE TRADUZIONI, DUNQUE, PER LA LETTERATURA; MA ANCHE, NATURALMENTE, IL SECOLO DEI PREMI NOBEL! (2)