Lot Essay
L'opera è inedita. La composizione del presente dipinto trova confronti con la Conversione di San Paolo attribuito al Monogrammista ferrarese IA a Londra, National Gallery, in particolare per il Saulo/Paolo caduto a terra a cui rimanda la postura del corpo e per il cavallo che sembra inchinarsi al cospetto di Cristo in gloria, ripreso in controparte rispetto a quello del dipinto di Londra (per quest'ultimo cf. A. G. De Marchi, in Il Museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano, 2002, n. 20, p. 270, fig. 1).
Il motivo del cavallo inginocchiato trova confronti nell'opera di Ludovico Mazzolino, che nel suo Passaggio del Mar Rosso a Dublino, National Gallery, del 1521, offre uno straordinario repertorio di animali e di cavalieri (cf. J. Bentini, Da Ferrara a Roma e oltre, in Il Museo senza confini, cit., p. 32). Al Mazzolino, che a sua volta si rifà a modelli antichi, rimanda anche lo scontro di soldati che nel presente dipinto si affrontano sullo sfondo.
Per la posa del cavallo inginocchiato cf. anche il toro ne L'Imperatore e la madre Elena assistono in Castel Sant'Angelo al miracolo del toro infuriato che s'inchina di fronte a papa Silvestro, uno dei quattro pannelli monocromi di Garofalo raffiguranti le Storie di Costantino e papa Silvestro, a Ferrara, Pinacoteca Nazionale (cf. A. M. Fioravanti Baraldi, Il Garofalo: Benvenuto Tisi, Rimini, 1998, n. 105, p. 173).
Per il paesaggio fantastico in alto a sinistra cf. l'analogo dettaglio dell'Ascensione di Garofalo a Bari, Pinacoteca Provinciale di Bari, in deposito dalla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma (cf. A. M. Fioravanti Baraldi, Il Garofalo, cit., n. 104, p. 171-3; L. Mochi Onori, in Il Museo senza confini, cit., n. 11, pp. 80-1), che segue la stessa successione di piani in profondità: quinta di alberi - borgo turrito - montagne. Gli esili tronchi paralleli del boschetto di latifoglie sono sviluppati secondo la dimensione prospettica, mentre nel dipinto Barberini i tronchi sono allineati in orizzontale. Segue su un altipiano una città definita da un castello medioevale, un'alta torre, due colonne antiche, e una mole circolare antica; sullo sfondo è una guglia dolomitica blu, la cui forma ricorda il blocco di roccia in primo piano.
Al dipinto di Palazzo Barberini rimanda anche il tipo del Cristo in gloria, dal volto caratterizzato, i capelli fulvi e crespi.
Analogie nell'impaginazione del paesaggio si possono riscontrare tra il presente dipinto e il Corteo magico (1528) a Roma, Galleria Borghese, la cui attribuzione a Garofalo, avanzata da Alessandra Pattanaro nel 2002, è stata accolta da Kristina Hermann Fiore, che ha evidenziato una componente nordica nella prospettiva a volo d'uccello, nelle forme bizzarre delle montagne e nella cura attenta dei particolari, legata a Joachim Patiner e a Henri met de Bles, il Civetta (K. Hermann Fiore, in Il Museo senza confini, cit., n. 24, pp. 170-3).
In bella evidenza accanto alla figura di San Paolo è lo splendido elmo su cui è dipinta a finto rilievo una figura femminile con lancia nella mano destra, probabilmente ispirata ad una medaglia coeva (cf. ad esempio la medaglia di Isabella d'Este Gonzaga di Gian Cristoforo de' Ganti, Giancristoforo Romano (Roma ca. 1465-1512 Loreto) a Milano, Castello Sforzesco, in A. M.Visser Travagli, in Un Rinascimento singolare. La corte degli Este a Ferrara, catalogo della mostra, Cinisello Balsamo, 2003, n. 71, p. 106).
Il motivo del cavallo inginocchiato trova confronti nell'opera di Ludovico Mazzolino, che nel suo Passaggio del Mar Rosso a Dublino, National Gallery, del 1521, offre uno straordinario repertorio di animali e di cavalieri (cf. J. Bentini, Da Ferrara a Roma e oltre, in Il Museo senza confini, cit., p. 32). Al Mazzolino, che a sua volta si rifà a modelli antichi, rimanda anche lo scontro di soldati che nel presente dipinto si affrontano sullo sfondo.
Per la posa del cavallo inginocchiato cf. anche il toro ne L'Imperatore e la madre Elena assistono in Castel Sant'Angelo al miracolo del toro infuriato che s'inchina di fronte a papa Silvestro, uno dei quattro pannelli monocromi di Garofalo raffiguranti le Storie di Costantino e papa Silvestro, a Ferrara, Pinacoteca Nazionale (cf. A. M. Fioravanti Baraldi, Il Garofalo: Benvenuto Tisi, Rimini, 1998, n. 105, p. 173).
Per il paesaggio fantastico in alto a sinistra cf. l'analogo dettaglio dell'Ascensione di Garofalo a Bari, Pinacoteca Provinciale di Bari, in deposito dalla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma (cf. A. M. Fioravanti Baraldi, Il Garofalo, cit., n. 104, p. 171-3; L. Mochi Onori, in Il Museo senza confini, cit., n. 11, pp. 80-1), che segue la stessa successione di piani in profondità: quinta di alberi - borgo turrito - montagne. Gli esili tronchi paralleli del boschetto di latifoglie sono sviluppati secondo la dimensione prospettica, mentre nel dipinto Barberini i tronchi sono allineati in orizzontale. Segue su un altipiano una città definita da un castello medioevale, un'alta torre, due colonne antiche, e una mole circolare antica; sullo sfondo è una guglia dolomitica blu, la cui forma ricorda il blocco di roccia in primo piano.
Al dipinto di Palazzo Barberini rimanda anche il tipo del Cristo in gloria, dal volto caratterizzato, i capelli fulvi e crespi.
Analogie nell'impaginazione del paesaggio si possono riscontrare tra il presente dipinto e il Corteo magico (1528) a Roma, Galleria Borghese, la cui attribuzione a Garofalo, avanzata da Alessandra Pattanaro nel 2002, è stata accolta da Kristina Hermann Fiore, che ha evidenziato una componente nordica nella prospettiva a volo d'uccello, nelle forme bizzarre delle montagne e nella cura attenta dei particolari, legata a Joachim Patiner e a Henri met de Bles, il Civetta (K. Hermann Fiore, in Il Museo senza confini, cit., n. 24, pp. 170-3).
In bella evidenza accanto alla figura di San Paolo è lo splendido elmo su cui è dipinta a finto rilievo una figura femminile con lancia nella mano destra, probabilmente ispirata ad una medaglia coeva (cf. ad esempio la medaglia di Isabella d'Este Gonzaga di Gian Cristoforo de' Ganti, Giancristoforo Romano (Roma ca. 1465-1512 Loreto) a Milano, Castello Sforzesco, in A. M.Visser Travagli, in Un Rinascimento singolare. La corte degli Este a Ferrara, catalogo della mostra, Cinisello Balsamo, 2003, n. 71, p. 106).