Lot Essay
Una delle prime opere di tela strappata e lacerata di Salvatore Scarpitta, Croce rotta bendata rappresenta il tentativo dell'artista di liberarsi dai limiti soffocanti del piano pittorico convenzionale per esplorare a fondo le qualità espressive delle materie prime della pittura. La produzione di Scarpitta rivela l'influenza dei periodi passati su entrambe le sponde dell'Atlantico. Nonostante fosse cresciuto negli Stati Uniti, Scarpitta ha seguito le orme del padre, e ha studiato arte in Italia, stabilendosi a Roma per più di dieci anni dopo la seconda Guerra Mondiale. Concluso il servizio militare nella Marina americana, Scarpitta tornò a Roma, dove ritrovò artisti e amici dopo gli anni del conflitto. Oltre alla devastazione della guerra, in Italia Scarpitta trovò anche uno spirito travolgente di libertà e di rinnovamento e cercò di esprimerlo nella sua arte: 'there was an atmosphere of extraordinary energy, we were survivors, and the happiness and desire to live were so great that we created a new art' CONTROLLARE ORIGINALE - non so se scriveva in italiano o in inglese??? 'c'era un'atmosfera di energia straordinaria, eravamo sopravvissuti, e la felicità e il desiderio di vivere erano così forti che abbiamo creato un arte nuova'. (S. Scarpitta citato in L. Sansone, Salvatore Scarpitta catalogue raisonné, Milano, 2005, p. 60).
Alla ricerca di quel nuovo mezzo espressivo, Scarpitta cominciò a strappare i quadri già esistenti, avvolgendoli intorno al telaio con un gesto iconoclastico che anticipava le caratteristiche architettoniche del Minimalismo e introduceva un interesse esoterico alla Joseph Beuys per l'esistenza e la cura dello spirito. Allo stesso modo delle tele di sacco cucite di Burri, le strisce di tela lacerata conferivano alle sue opere un elemento tattile e plastico, evocando intenzionalmente una forza curativa profonda: 'I started ripping up the oil paintings, the canvas that has become an utter enemy for me. It was a necessity connected with my human expereince; the war had changed me, the fear and desire for vendetta, I needed to run the risk of leaving fingerprints. I wanted to come into contact with the hidden, most difficult nature of things. Otherwise I would never have been cured of the war' 'Ho cominciato a strappare i quadri a olio, la tela che per me era diventata il peggiore nemico. Era una necessità derivata dalla mia esperienza umana; la guerra mi aveva cambiato, la paura e il desiderio di vendetta, sentivo di dover correre il rischio di lasciare le impronte. Volevo entrare in contatto con la natura nascosta, più problematica delle cose. Altrimenti, non sarei mai guarito dalla guerra' CONTROLLARE (S. Scarpitta, citato in Ibid, p. 65). Il titolo Croce rota bendata non solo implica l'importanza che Scarpitta attribuiva alle proprietà fisiche dell'opera, con la cornice e il telaio pesantemente bendati, ma accenna anche a un processo spirituale di guarigione a seguito di un gran sacrificio. La stoffa tesa e lacerata, un incrocio tra le fasce (del neonato) e il sudario (della morte), crea la sensazione di qualcosa di nascosto a evocare la cura di una ferita, come anche la protezione di un oggetto prezioso. Avendo ricoperto un incarico ufficiale da 'Monuments Man' durante la guerra, per la restituzione e la protezione di oggetti artistici e di monumenti rubati e danneggiati nel corso del conflitto, l'interesse di Scarpitta per le vestigia distrutte ma perduranti della cultura e del patrimonio emana da Croce rota bendata, che ha le sembianze di un oggetto archeologico, la traccia di una civilità persa e dimenticata. Come nelle tele tagliate di Lucio Fontana, l'atto apparentamente distruttivo di strappare la tela comunica un significato concettuale più grande di riaffermazione positiva dell'esistenza. In questo senso, da Croce rota bendata trabocca uno strano ottimismo, rivelando la preoccupazione di Scarpitta per la sopravvivenza del pensiero, dell'arte e della bellezza.
One of Salvatore Scarpitta's early torn and lacerated canvas works, Croce rota bendata represents the artist's break away from the claustrophobic constraints of the traditional picture plane to explore the expressive qualities of painting's raw materials. Scarpitta's work was influenced by his time on both sides of the Atlantic. Although brought up in the United States, Scarpitta followed in his father's footsteps and studied art Italy, and he spent over a decade living in Rome after the Second World War. Following his service with the U.S. Navy, Scarpitta returned to Rome and was reunited with artist friends who had been separated by years of conflict. Despite the war-time devastation found in Italy, Scarapitta encountered an overwhelming spirit of freedom and renewal that he sought to express in his art: 'there was an atmosphere of extraordinary energy, we were survivors, and the happiness and desire to live were so great that we created a new art' (S. Scarpitta cited in L. Sansone, Salvatore Scarpitta catalogue raisonne, Milan, 2005, p. 60).
In his quest for this new means of expression Scarpitta began shredding existing paintings and wrapping them to the stretcher frame in an iconoclastic action that managed to preface the architectonic properties of Minimalism and introduce an arcane, Joseph Beuys-like interest in healing and existence. Like Burri's stitched sacking, the strips of ragged canvas, introduced a tactile, sculptural element to his art and deliberately evokes a profound curative power: 'I started ripping up the oil paintings, the canvas that had become an utter enemy for me. It was a necessity connected with my human experience; the war had changed me, the fear and desire for vendetta, I needed to run the risk of leaving fingerprints. I wanted to come into contact with the hidden, most difficult nature of things. Otherwise I would never have been cured of the war' (S. Scarpitta cited in Ibid, p. 65). The title of Croce rota bendata, (Bandaged Broken Cross), not only implies the importance Scarpitta placed in the physical properties of the work, with its heavily bound frame and crossbar, but also the suggestion of a spiritual process of recovery after great sacrifice. The taught, lacerated fabric, a cross between swaddling clothes and mort dress, creates both a sense of concealment implying the treatment of a wound and the protection of a precious object. Having served in an official capacity as a 'Monuments Man' during the war, overseeing the restitution and protection of art objects and monuments stolen and damaged in the course of the conflict, Scarpitta's interest in the shattered yet enduring vestiges of culture and heritage breathes through Croce rota bendata, which has the air of an archaeological object, a vestige of a lost and forgotten civilisation. As with Lucio Fontana's slashed paintings, the seemingly destructive act of shredding canvas conveys a greater conceptual meaning that indicates a positive affirmation of existence. In this way, Croce rota bendata is filled with a strange optimism, displaying Scarpitta's concern with the survival of thought, of art and of beauty.
Alla ricerca di quel nuovo mezzo espressivo, Scarpitta cominciò a strappare i quadri già esistenti, avvolgendoli intorno al telaio con un gesto iconoclastico che anticipava le caratteristiche architettoniche del Minimalismo e introduceva un interesse esoterico alla Joseph Beuys per l'esistenza e la cura dello spirito. Allo stesso modo delle tele di sacco cucite di Burri, le strisce di tela lacerata conferivano alle sue opere un elemento tattile e plastico, evocando intenzionalmente una forza curativa profonda: 'I started ripping up the oil paintings, the canvas that has become an utter enemy for me. It was a necessity connected with my human expereince; the war had changed me, the fear and desire for vendetta, I needed to run the risk of leaving fingerprints. I wanted to come into contact with the hidden, most difficult nature of things. Otherwise I would never have been cured of the war' 'Ho cominciato a strappare i quadri a olio, la tela che per me era diventata il peggiore nemico. Era una necessità derivata dalla mia esperienza umana; la guerra mi aveva cambiato, la paura e il desiderio di vendetta, sentivo di dover correre il rischio di lasciare le impronte. Volevo entrare in contatto con la natura nascosta, più problematica delle cose. Altrimenti, non sarei mai guarito dalla guerra' CONTROLLARE (S. Scarpitta, citato in Ibid, p. 65). Il titolo Croce rota bendata non solo implica l'importanza che Scarpitta attribuiva alle proprietà fisiche dell'opera, con la cornice e il telaio pesantemente bendati, ma accenna anche a un processo spirituale di guarigione a seguito di un gran sacrificio. La stoffa tesa e lacerata, un incrocio tra le fasce (del neonato) e il sudario (della morte), crea la sensazione di qualcosa di nascosto a evocare la cura di una ferita, come anche la protezione di un oggetto prezioso. Avendo ricoperto un incarico ufficiale da 'Monuments Man' durante la guerra, per la restituzione e la protezione di oggetti artistici e di monumenti rubati e danneggiati nel corso del conflitto, l'interesse di Scarpitta per le vestigia distrutte ma perduranti della cultura e del patrimonio emana da Croce rota bendata, che ha le sembianze di un oggetto archeologico, la traccia di una civilità persa e dimenticata. Come nelle tele tagliate di Lucio Fontana, l'atto apparentamente distruttivo di strappare la tela comunica un significato concettuale più grande di riaffermazione positiva dell'esistenza. In questo senso, da Croce rota bendata trabocca uno strano ottimismo, rivelando la preoccupazione di Scarpitta per la sopravvivenza del pensiero, dell'arte e della bellezza.
One of Salvatore Scarpitta's early torn and lacerated canvas works, Croce rota bendata represents the artist's break away from the claustrophobic constraints of the traditional picture plane to explore the expressive qualities of painting's raw materials. Scarpitta's work was influenced by his time on both sides of the Atlantic. Although brought up in the United States, Scarpitta followed in his father's footsteps and studied art Italy, and he spent over a decade living in Rome after the Second World War. Following his service with the U.S. Navy, Scarpitta returned to Rome and was reunited with artist friends who had been separated by years of conflict. Despite the war-time devastation found in Italy, Scarapitta encountered an overwhelming spirit of freedom and renewal that he sought to express in his art: 'there was an atmosphere of extraordinary energy, we were survivors, and the happiness and desire to live were so great that we created a new art' (S. Scarpitta cited in L. Sansone, Salvatore Scarpitta catalogue raisonne, Milan, 2005, p. 60).
In his quest for this new means of expression Scarpitta began shredding existing paintings and wrapping them to the stretcher frame in an iconoclastic action that managed to preface the architectonic properties of Minimalism and introduce an arcane, Joseph Beuys-like interest in healing and existence. Like Burri's stitched sacking, the strips of ragged canvas, introduced a tactile, sculptural element to his art and deliberately evokes a profound curative power: 'I started ripping up the oil paintings, the canvas that had become an utter enemy for me. It was a necessity connected with my human experience; the war had changed me, the fear and desire for vendetta, I needed to run the risk of leaving fingerprints. I wanted to come into contact with the hidden, most difficult nature of things. Otherwise I would never have been cured of the war' (S. Scarpitta cited in Ibid, p. 65). The title of Croce rota bendata, (Bandaged Broken Cross), not only implies the importance Scarpitta placed in the physical properties of the work, with its heavily bound frame and crossbar, but also the suggestion of a spiritual process of recovery after great sacrifice. The taught, lacerated fabric, a cross between swaddling clothes and mort dress, creates both a sense of concealment implying the treatment of a wound and the protection of a precious object. Having served in an official capacity as a 'Monuments Man' during the war, overseeing the restitution and protection of art objects and monuments stolen and damaged in the course of the conflict, Scarpitta's interest in the shattered yet enduring vestiges of culture and heritage breathes through Croce rota bendata, which has the air of an archaeological object, a vestige of a lost and forgotten civilisation. As with Lucio Fontana's slashed paintings, the seemingly destructive act of shredding canvas conveys a greater conceptual meaning that indicates a positive affirmation of existence. In this way, Croce rota bendata is filled with a strange optimism, displaying Scarpitta's concern with the survival of thought, of art and of beauty.