Simon Vouet (1590-1649)
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Simon Vouet (1590-1649)

Santa Caterina d'Alessandria

Details
Simon Vouet (1590-1649)
Santa Caterina d'Alessandria
olio su tela
cm 66x50
Special notice
Total Premium Hammer Price 22.5% on the hammer price of the first ITL.200.000.000 (€130.000) 18.5% for any amount in excess of ITL.200.000.000 (€130.000)

Lot Essay

L'attribuzione del presente dipinto è basata sulla sua identità stilistica rispetto alle opere della prima parte del periodo italiano di Vouet, trascorso tra Venezia, Roma e Genova (1612-27). I raffronti più efficaci sembrano essere quelli con la 'Maddalena' e la 'Santa Caterina d'Alessandria' su tavola, en pendant, a Roma, Palazzo del Quirinale, e con i due 'Angeli con i simboli della passione di Cristo' a Napoli, Capodimonte [cf. J. Thuillier - B. Brejon de Lavergnée - D. Lavalle, Vouet (catalogo), Roma, 1991 (ed. italiana), risp. a pp. 84-85, figg. 3-3a, p. 132, nn. 3-3a; e pp. 86-87, nn. 4-5, p. 133-134, nn. 4-5]. Le quattro opere al Quirinale ed a Capodimonte, databili verso il 1615, sono tra i primi esempi di ripresa seicentesca dello stile veneto in Italia, combinata con la resa oggettiva delle forme e della luce già partecipe delle tendenze caravaggesche.
Con una scelta alquanto rara nella pittura italiana del Seicento, 'Santa Caterina d'Alessandria' è una bambina che si poggia sulla ruota spezzata e regge con la destra una grande spada cerimoniale, simboli del suo martirio insieme alla frasca di palma. L'espressione meditativa della bimba rinvia al senso di malinconico presagio del proprio destino tipico delle due 'Sante' del Quirinale, e ritorna nell'angelo di Capodimonte che osserva il mantello di Cristo conteso ai dadi dai suoi aguzzini. Nel presente dipinto Vouet opera un'altra scelta iconografica inusuale, avvolgendo il busto della giovane santa con un sontuoso manto damascato, un paramento sacro che forse allude ad una sorta di ruolo diaconale della santa.
Nelle opere del periodo italiano Vouet fu attratto dalle immagini dell'infanzia, come dimostrano le varie versioni del ritratto della figlia Francesca, avuta dalla moglie italiana Virginia da Vezzo [cf. R. Lattuada, Dipinti della Collezione D'Errico di Palazzo San Gervasio a Matera (catalogo), Napoli, 1999, pp. 60-63]. A Napoli queste immagini di Vouet esercitarono un sensibile influsso su Massimo Stanzione, Francesco Guarino e Bernardo Cavallino.