(Vivaldi) RACCOLTA MUSICALE CALORI-PROVANA-BALLIANI. Magnifica, ampissima raccolta di manoscritti musicali, per lo più settecenteschi, appartenuti alla famiglia Calori-Provana-Balliani di Vignola Monferrato, in Piemonte (schiatta di antico lignaggio, attestata già nel XII secolo).Si tratta di un fondo di straordinaria importanza storico-musicale, in quanto comprendente copie coeve, per lo più complete di tutte le parti originali, di una gran quantità di composizioni del tutto sconosciute e inedite, dei massimi musicisti attivi in Italia tra la metà e la fine del Settecento: da Vivaldi a Sammartini, da J.C. Bach e J.A. Hasse a Eichner e Alberti, da Somis a Tartini, da Galuppi a Viotti, da Piccinni a Cimarosa. Alla corte del Monferrato fioriva evidentemente - come riportano del resto le testimonianze, già nel XVII secolo - una ricca attività musicale, e i Calori-Provana-Balliani commissionavano di continuo, ai loro copisti di fiducia, il reperimento di nuova musica; la particolare situaz
(Vivaldi) RACCOLTA MUSICALE CALORI-PROVANA-BALLIANI. Magnifica, ampissima raccolta di manoscritti musicali, per lo più settecenteschi, appartenuti alla famiglia Calori-Provana-Balliani di Vignola Monferrato, in Piemonte (schiatta di antico lignaggio, attestata già nel XII secolo).Si tratta di un fondo di straordinaria importanza storico-musicale, in quanto comprendente copie coeve, per lo più complete di tutte le parti originali, di una gran quantità di composizioni del tutto sconosciute e inedite, dei massimi musicisti attivi in Italia tra la metà e la fine del Settecento: da Vivaldi a Sammartini, da J.C. Bach e J.A. Hasse a Eichner e Alberti, da Somis a Tartini, da Galuppi a Viotti, da Piccinni a Cimarosa. Alla corte del Monferrato fioriva evidentemente - come riportano del resto le testimonianze, già nel XVII secolo - una ricca attività musicale, e i Calori-Provana-Balliani commissionavano di continuo, ai loro copisti di fiducia, il reperimento di nuova musica; la particolare situazione geografica del piccolo paradiso musicale piemontese - vera e propria enclave sonora... - portò al singolare paradosso di un relativo isolamento culturale (che spiega come mai la stragrande maggioranza delle composizioni di questo repertorio non sia attestato altrove) associato a un gusto spiccatissimo per la maniera musicale più moderna del tempo. A ben vedere, infatti, la musica commissionata da Vignola Monferrato fa per lo più riferimento all'orizzonte del grande rinnovamento delle forme della musica orchestrale che, com'è noto, segna in profondità quell'epoca: gusto lombardo e gusto veneto, soprattutto, si incontrano e si combinano, formando una sorta di koinè padana: alla quale guardarono con particolare interesse i più importanti compositori transalpini della generazione immediatamente successiva (primi fra tutti, Haydn e il giovane Mozart); eloquenti le presenze, nel nostro corpus, di autori come Hasse e soprattutto Johann Christian Bach, rampollo del grande Johann Sebastian. Proprio J. Ch. Bach, insieme al pure ampiamente rappresentato Sammartini, costituisce infatti un fondamentale anello di congiunzione tra i modi della grande stagione barocca e quelli dell'incipiente classicismo europeo. È significativo, per esempio, che la presenza in assoluto più prestigiosa del nostro lotto, quella dell'importante inedito di Antonio VIVALDI, sia rappresentata non con uno dei suoi tipici concerti per strumento solista, bensì con una composizione "sinfonica" (intendendo con il termine, naturalmente, una sinfonia da camera): cioè un pezzo da concerto, indipendente da un possibile utilizzo teatrale (in guisa di "ouverture" o intermezzo). Importantissima anche la presenza di un gruppo di composizioni, sinora del tutto sconosciute, che rifunzionalizzano antichi strumenti musicali (quali il salterio, l'arciliuto o il mandolino lombardo, il cosiddetto "armandolino") che, nel contesto invece spiccatamente modernistico di questo repertorio (per quanto attiene a forme e strutture), figurano quali presenze "archeologiche", utilizzate cioè con un gusto, per così dire, "esotistico" (che sa già, quasi, di romanticismo...). Oltre alle circa OTTANTA COMPOSIZIONI presenti, tutte in copia manoscritta d'epoca (diverse le mani di copista; spesso figura invece la stessa mano che redige in bella grafia l'intestazione del brano per la coperta esterna, evidentemente in vista della conservazione e catalogazione), figura un altro importantissimo documento, la Memoria delle Sonate, Trio, ed Overture che si trovano presso di me, redatta da Gio[vanni] Franc[esco] Calori Balliani: si tratta di un vero e proprio incipitario, o catalogo tematico, che descrive tutto un altro settore del fondo musicale di Vignola Monferrato (purtroppo non conservato): con opere, di Sammartini e altri autori, a loro volta per lo più inedite e sconosciute (ma in altri casi invece attestate come anonime o anepigrafe). Si tratta di un decisivo punto di contatto filologico e documentario, fra il finora sconosciuto universo musicale piemontese, ora riscoperto, e il resto della vita musicale italiana del periodo. Si elencano di séguito i brani più notevoli, fra quelli compresi in questa straordinaria collezione: Antonio VIVALDI (1678-1741), Improvisata (nella coperta esterna, che reca anche, in calce, due battute di Incipit, Ouverture del sig.r Vivaldi), sei pagine 4o (più una pagina di frontespizio con la dizione Improvisata Del Sig.or Vivaldi, presumibilmente - come pure altre scritte analoghe in testa a fascicoli delle singole composizioni di questa raccolta - autografa: verosimilmente apposta di pugno dal Prete Rosso in guisa di firma, al momento dell'invio della copia ai committenti gentiluomini piemontesi), suddivise in due movimenti: un Allegro sfrenato seguito da un breve Finale, minuetto di tempo alquanto spedito (manca invece il movimento lento). Si tratta di un'aggiunta più che notevole al catalogo del compositore veneziano: in occasione della sua prima esecuzione moderna (Budapest, Istituto Italiano di Cultura, 21 aprile 1999), e poi della "prima" italiana (Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 4 settembre 1999), il massimo specialista vivaldiano, Michael Talbot, l'ha descritta in questi termini: "Il suo stile, come anche quello di altre composizioni presenti nella stessa raccolta, è quello di una sinfonia da camera presentata spontaneamente come dono dal compositore all'originario proprietario: l'equivalente settecentesco di un 'foglio d'album' [...] Quest'unica fonte ci restituisce le parti del primo violino, del secondo violino e del basso; probabilmente vi era anche una parte per viola, ora perduta ma facilmente ricostruibile". G. Matteo ALBERTI (1685-1751), Concertino per archi, con primo violino concertante, in si bemolle maggiore, dodici pagine 4o. Andrea ZANI (1696-1757), Concerto a 4 (parti complete), ventotto pagine 4o obl. più quella di frontespizio (interessante in quanto si conclude con una fuga assai ben sviluppata: ben poco comune nella prassi compositiva italiana dell'epoca). G. Battista SOMIS (1686-1763), Concerto a 4 in sol minore per violino e archi, diciotto pagine 4o obl. (importante concerto, sinora sconosciuto, di uno dei più grandi virtuosi di violino dell'epoca, massimo compositore piemontese). Gerolamo LAURENTI (1678-1751), Concerto V.[iolino] Obbligato in sol maggiore, ventisette pagine 4o obl. più quella del frontespizio. Giuseppe VALENTINI (1680-1759), Concerto a 4 per violino (o flauto), dodici pagine 4o obl. più quella di frontespizio (interessante opera di questo allievo di Arcangelo Corelli). Antonio VIVALDI, Concerto in re maggiore, ventuno pagine 4o (è tra le pochissime opere èdite del lotto - F.I no 207 Fanna, ed. Ricordi - ma è di grande importanza in quanto copia d'epoca comprendente tutte le parti originali, complete). Giuseppe TARTINI (1692-1770), Concerto, sei pagine 4o obl. più la pagina di frontespizio (solo la parte del violino principale; ma importante inedito tartiniano). Giovambattista SAMMARTINI (1700-1775), Concerto [per] Violino Principale Obbligato, sei pagine 4o obl. più la pagina di frontespizio. Ernest EICHNER (1740-1777). Quartetto 4o di Flauto, violino, viola e Basso, diciotto pagine 4o obl. più tre di frontespizi e intestazioni (manca la parte del flauto). Giovambattista SAMMARTINI, Sonata per Armandolino in sol maggiore, sei pagine 4o obl. (di straordinario interesse organologico, come accennato in precedenza, per la presenza dell'"Armandolino": cioè del mandolino di foggia lombarda, strumento già all'epoca desueto; seguono altre quattro sonate per armandolino, o mandolino, e basso: nello stesso stile e, anche se qui anonime, probabilmente attribuibili allo stesso SAMMARTINI). Johann Adolf HASSE (1699-1783), Cantata con Flauto Traversier, "Fortuna Divitias auferre, non animum potest", trentaquattro pagine 4o obl. (rarissima e inedita cantata del grande compositore, insegante di musica di Maria Teresa e delle figlie). Domenico CIMAROSA (1749-1801), Aria, "Vanne a Morte" (partitura per orchestra, manca la parte del canto). Domenico CIMAROSA, Aria, "sei vincitor, è vero (come sopra). Niccolò PICCINNI, Cavatina "Se mai più sarò geloso" (dall'opera Alessandro nelle Indie), partitura completa. Johann Christian BACH (1735-1782), Aria "Vil Trofeo d'un'alma ingrata", trenta pagine 4o obl. compl., più cinque pagine di frontespizi e intestazioni delle singole parti (partitura completa datata 1764). Baldassarre GALUPPI (detto IL BURANELLO, 1706-1785), Aria "Perfida figlia ingrata" (solo la parte del violino). Oltre alla musica settecentesca, figura nella raccolta anche una piccola ma scelta sezione di musica ottocentesca: si segnalano il Potpourri per contrabbasso e pianoforte di Carlo ANDREOLI (1840-1908), il Divertimento per contrabbasso e pianoforte di Gaetano CAMPOSTRINI (1831-1901) e soprattutto la Lamentazione del Venerdì Santo a tre voci, di Michele PUCCINI (1813-1864, padre di Giacomo: otto pagine 4o, con ogni probabilità autografe). Evidentemente nella piccola e armoniosa corte di Vignola Monferrato un qualche rampollo eccelleva nel più voluminoso fra gli strumenti ad arco. In generale, tuttavia, questo fondo straordinario si segnala per l'eccezionale qualità di riscoperta, di vero e proprio spaccato, in un'epoca d'oro della nostra musica come il pieno Settecento. È assai raro, infatti, che d'un tratto appaiano tutte insieme tante composizioni nuove, di stile scelto e così compatto e coerente. Questo autentico tesoro subalpino, dunque, potrà consentire di riscrivere parte non trascurabile della nostra storia musicale. (80)

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(Vivaldi) RACCOLTA MUSICALE CALORI-PROVANA-BALLIANI. Magnifica, ampissima raccolta di manoscritti musicali, per lo più settecenteschi, appartenuti alla famiglia Calori-Provana-Balliani di Vignola Monferrato, in Piemonte (schiatta di antico lignaggio, attestata già nel XII secolo).Si tratta di un fondo di straordinaria importanza storico-musicale, in quanto comprendente copie coeve, per lo più complete di tutte le parti originali, di una gran quantità di composizioni del tutto sconosciute e inedite, dei massimi musicisti attivi in Italia tra la metà e la fine del Settecento: da Vivaldi a Sammartini, da J.C. Bach e J.A. Hasse a Eichner e Alberti, da Somis a Tartini, da Galuppi a Viotti, da Piccinni a Cimarosa. Alla corte del Monferrato fioriva evidentemente - come riportano del resto le testimonianze, già nel XVII secolo - una ricca attività musicale, e i Calori-Provana-Balliani commissionavano di continuo, ai loro copisti di fiducia, il reperimento di nuova musica; la particolare situazione geografica del piccolo paradiso musicale piemontese - vera e propria enclave sonora... - portò al singolare paradosso di un relativo isolamento culturale (che spiega come mai la stragrande maggioranza delle composizioni di questo repertorio non sia attestato altrove) associato a un gusto spiccatissimo per la maniera musicale più moderna del tempo. A ben vedere, infatti, la musica commissionata da Vignola Monferrato fa per lo più riferimento all'orizzonte del grande rinnovamento delle forme della musica orchestrale che, com'è noto, segna in profondità quell'epoca: gusto lombardo e gusto veneto, soprattutto, si incontrano e si combinano, formando una sorta di koinè padana: alla quale guardarono con particolare interesse i più importanti compositori transalpini della generazione immediatamente successiva (primi fra tutti, Haydn e il giovane Mozart); eloquenti le presenze, nel nostro corpus, di autori come Hasse e soprattutto Johann Christian Bach, rampollo del grande Johann Sebastian. Proprio J. Ch. Bach, insieme al pure ampiamente rappresentato Sammartini, costituisce infatti un fondamentale anello di congiunzione tra i modi della grande stagione barocca e quelli dell'incipiente classicismo europeo. È significativo, per esempio, che la presenza in assoluto più prestigiosa del nostro lotto, quella dell'importante inedito di Antonio VIVALDI, sia rappresentata non con uno dei suoi tipici concerti per strumento solista, bensì con una composizione "sinfonica" (intendendo con il termine, naturalmente, una sinfonia da camera): cioè un pezzo da concerto, indipendente da un possibile utilizzo teatrale (in guisa di "ouverture" o intermezzo). Importantissima anche la presenza di un gruppo di composizioni, sinora del tutto sconosciute, che rifunzionalizzano antichi strumenti musicali (quali il salterio, l'arciliuto o il mandolino lombardo, il cosiddetto "armandolino") che, nel contesto invece spiccatamente modernistico di questo repertorio (per quanto attiene a forme e strutture), figurano quali presenze "archeologiche", utilizzate cioè con un gusto, per così dire, "esotistico" (che sa già, quasi, di romanticismo...).
Oltre alle circa OTTANTA COMPOSIZIONI presenti, tutte in copia manoscritta d'epoca (diverse le mani di copista; spesso figura invece la stessa mano che redige in bella grafia l'intestazione del brano per la coperta esterna, evidentemente in vista della conservazione e catalogazione), figura un altro importantissimo documento, la Memoria delle Sonate, Trio, ed Overture che si trovano presso di me, redatta da Gio[vanni] Franc[esco] Calori Balliani: si tratta di un vero e proprio incipitario, o catalogo tematico, che descrive tutto un altro settore del fondo musicale di Vignola Monferrato (purtroppo non conservato): con opere, di Sammartini e altri autori, a loro volta per lo più inedite e sconosciute (ma in altri casi invece attestate come anonime o anepigrafe). Si tratta di un decisivo punto di contatto filologico e documentario, fra il finora sconosciuto universo musicale piemontese, ora riscoperto, e il resto della vita musicale italiana del periodo. Si elencano di séguito i brani più notevoli, fra quelli compresi in questa straordinaria collezione: Antonio VIVALDI (1678-1741), Improvisata (nella coperta esterna, che reca anche, in calce, due battute di Incipit, Ouverture del sig.r Vivaldi), sei pagine 4o (più una pagina di frontespizio con la dizione Improvisata Del Sig.or Vivaldi, presumibilmente - come pure altre scritte analoghe in testa a fascicoli delle singole composizioni di questa raccolta - autografa: verosimilmente apposta di pugno dal Prete Rosso in guisa di firma, al momento dell'invio della copia ai committenti gentiluomini piemontesi), suddivise in due movimenti: un Allegro sfrenato seguito da un breve Finale, minuetto di tempo alquanto spedito (manca invece il movimento lento). Si tratta di un'aggiunta più che notevole al catalogo del compositore veneziano: in occasione della sua prima esecuzione moderna (Budapest, Istituto Italiano di Cultura, 21 aprile 1999), e poi della "prima" italiana (Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 4 settembre 1999), il massimo specialista vivaldiano, Michael Talbot, l'ha descritta in questi termini: "Il suo stile, come anche quello di altre composizioni presenti nella stessa raccolta, è quello di una sinfonia da camera presentata spontaneamente come dono dal compositore all'originario proprietario: l'equivalente settecentesco di un 'foglio d'album' [...] Quest'unica fonte ci restituisce le parti del primo violino, del secondo violino e del basso; probabilmente vi era anche una parte per viola, ora perduta ma facilmente ricostruibile".
G. Matteo ALBERTI (1685-1751), Concertino per archi, con primo violino concertante, in si bemolle maggiore, dodici pagine 4o.
Andrea ZANI (1696-1757), Concerto a 4 (parti complete), ventotto pagine 4o obl. più quella di frontespizio (interessante in quanto si conclude con una fuga assai ben sviluppata: ben poco comune nella prassi compositiva italiana dell'epoca).
G. Battista SOMIS (1686-1763), Concerto a 4 in sol minore per violino e archi, diciotto pagine 4o obl. (importante concerto, sinora sconosciuto, di uno dei più grandi virtuosi di violino dell'epoca, massimo compositore piemontese).
Gerolamo LAURENTI (1678-1751), Concerto V.[iolino] Obbligato in sol maggiore, ventisette pagine 4o obl. più quella del frontespizio.
Giuseppe VALENTINI (1680-1759), Concerto a 4 per violino (o flauto), dodici pagine 4o obl. più quella di frontespizio (interessante opera di questo allievo di Arcangelo Corelli).
Antonio VIVALDI, Concerto in re maggiore, ventuno pagine 4o (è tra le pochissime opere èdite del lotto - F.I no 207 Fanna, ed. Ricordi - ma è di grande importanza in quanto copia d'epoca comprendente tutte le parti originali, complete).
Giuseppe TARTINI (1692-1770), Concerto, sei pagine 4o obl. più la pagina di frontespizio (solo la parte del violino principale; ma importante inedito tartiniano).
Giovambattista SAMMARTINI (1700-1775), Concerto [per] Violino Principale Obbligato, sei pagine 4o obl. più la pagina di frontespizio.
Ernest EICHNER (1740-1777). Quartetto 4o di Flauto, violino, viola e Basso, diciotto pagine 4o obl. più tre di frontespizi e intestazioni (manca la parte del flauto).
Giovambattista SAMMARTINI, Sonata per Armandolino in sol maggiore, sei pagine 4o obl. (di straordinario interesse organologico, come accennato in precedenza, per la presenza dell'"Armandolino": cioè del mandolino di foggia lombarda, strumento già all'epoca desueto; seguono altre quattro sonate per armandolino, o mandolino, e basso: nello stesso stile e, anche se qui anonime, probabilmente attribuibili allo stesso SAMMARTINI).
Johann Adolf HASSE (1699-1783), Cantata con Flauto Traversier, "Fortuna Divitias auferre, non animum potest", trentaquattro pagine 4o obl. (rarissima e inedita cantata del grande compositore, insegante di musica di Maria Teresa e delle figlie).
Domenico CIMAROSA (1749-1801), Aria, "Vanne a Morte" (partitura per orchestra, manca la parte del canto).
Domenico CIMAROSA, Aria, "sei vincitor, è vero (come sopra).
Niccolò PICCINNI, Cavatina "Se mai più sarò geloso" (dall'opera Alessandro nelle Indie), partitura completa.
Johann Christian BACH (1735-1782), Aria "Vil Trofeo d'un'alma ingrata", trenta pagine 4o obl. compl., più cinque pagine di frontespizi e intestazioni delle singole parti (partitura completa datata 1764).
Baldassarre GALUPPI (detto IL BURANELLO, 1706-1785), Aria "Perfida figlia ingrata" (solo la parte del violino).
Oltre alla musica settecentesca, figura nella raccolta anche una piccola ma scelta sezione di musica ottocentesca: si segnalano il Potpourri per contrabbasso e pianoforte di Carlo ANDREOLI (1840-1908), il Divertimento per contrabbasso e pianoforte di Gaetano CAMPOSTRINI (1831-1901) e soprattutto la Lamentazione del Venerdì Santo a tre voci, di Michele PUCCINI (1813-1864, padre di Giacomo: otto pagine 4o, con ogni probabilità autografe). Evidentemente nella piccola e armoniosa corte di Vignola Monferrato un qualche rampollo eccelleva nel più voluminoso fra gli strumenti ad arco.
In generale, tuttavia, questo fondo straordinario si segnala per l'eccezionale qualità di riscoperta, di vero e proprio spaccato, in un'epoca d'oro della nostra musica come il pieno Settecento. È assai raro, infatti, che d'un tratto appaiano tutte insieme tante composizioni nuove, di stile scelto e così compatto e coerente. Questo autentico tesoro subalpino, dunque, potrà consentire di riscrivere parte non trascurabile della nostra storia musicale.
(80)